MILANO – Nuova svolta nella vertenza legale che oppone Nespresso a Bodum in terra francese. La cassazione ha infatti rovesciato l’esito del giudizio secondo grado, che aveva dato ragione a Bodum France riconoscendo il suo diritto alla pubblicità comparativa. Pietra dello scandalo, la discussa pubblicità di una caffettiera french press.
Il claim “Make taste, not waste” e lo slogan “chiaramente il miglior modo di preparare il caffè”
Erano entrambi accompagnati da una serie di immagini nelle quali la caffettiera a pistone della Bodum veniva accostata a un mucchio di capsule usate e deformate. Di aspetto simile a quello dei serving Nespresso.
La pubblicità scatenava le ire della multinazionale svizzera
Che ricorreva alla giustizia sostenendo che essa, pur non menzionando espressamente il nome di Nespresso (e pur esistendo anche altri sistemi a caffè porzionato al di fuori di Nespresso), costituiva un atto di “denigrazione e parassitismo”.
Il tribunale di prima istanza dava ragione a Nespresso
Ma la sentenza poi è stata capovolta dalla corte d’appello. Con la motivazione che la pubblicità si limitava a confrontare opinabilmente due diversi metodi di preparazione del caffè. Il pronunciamento della cassazione annulla, a sua volta, il giudizio reso in appello. Sostenendo che la pubblicità, pur focalizzando soltanto una caratteristica negativa del prodotto concorrente, la rappresenta in modo passibile di discreditare il prodotto stesso.
L’alta corte ha dunque reso il provvedimento all’istanza di secondo grado – il nuovo giudizio è atteso entro maggio – rivolgendo nel contempo un invito generale a usare maggiore cautela e obiettività nei messaggi di pubblicità comparativa.