La ragione per cui Tony’s Chocolonely è uno dei marchi preferiti dalla generazione Z è semplice: il brand è riuscito a distinguersi costruendo un forte posizionamento nel mercato, capace di rappresentare a pieno la sua missione di rendere l’industria del cacao più equa e sostenibile.
I consumatori più giovani sono sempre più attenti nell’acquisto di prodotti che hanno a cuore gli aspetti sostenibili e sociali: le aziende che lo capiscono vengono sempre più premiate come lo dimostra Tony’s Chocolonely. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Agnese Giardini per Elle.
La storia di Tony’s Chocolonely: il brand amato dalla generazione Z
AMSTERDAM – Forbes l’ha definito un brand quirky: un po’ strano, difficile da inquadrare e dalla personalità forte. Forse è per questo che non piace a tutti, mentre la generazione Z ne va assolutamente pazza.
La storia di Tony’s Chocolonely inizia nel 2005, con il programma televisivo olandese Keuringdienst van Waarde; all’epoca il giornalista e presentatore Teun van de Keuken (mentre indaga sui segreti dell’industria alimentare), scopre che il lavoro minorile illegale e il lavoro forzato sono una pratica comune nell’Africa occidentale, regione da cui proviene il 60% del cacao mondiale.
Quello stesso anno esce al cinema “Charlie e la Fabbrica di Cioccolato”, di cui Nestlé è il principale sponsor. Teun si fa avanti: propone all’azienda di produrre una barretta di cioccolato senza sfruttamento, ma la cosa non va in porto. È allora che Teun capisce che per cambiare l’industria deve essere il primo a dare il buon esempio.
Il 29 novembre 2005 nasce la prima tavoletta Tony’s Chocolonely: è al latte e “confezionata in un inquietante incarto rosso”, dice il sito di Tony’s. Vengono prodotte 5000 tavolette di cioccolato al latte Fairtrade, ma finiscono subito. Il prodotto è un successo.
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