di Giuseppe Lavazza
“Cari Colleghi,
come sapete da questo mese è ufficialmente iniziata la fase di negoziato interistituzionale (“trilogo”) a livello UE, che, in base alla procedura legislativa europea, prevede che il Consiglio, il Parlamento e la Commissione si confrontino per trovare un accordo comune sul testo finale del PPWR.
In particolare, lo scorso 18 dicembre il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato – nonostante il voto contrario dell’Italia – un orientamento generale che presenta diverse criticità, peggiorando la versione del Parlamento del 22 novembre, che aveva invece registrato significativi progressi per il Settore Caffè rispetto alla versione iniziale della Commissione.
In linea con l’intensa attività di sensibilizzazione istituzionale già svolta a livello europeo e nazionale da parte di Unione Italiana Food e del Comitato italiano caffè negli ultimi mesi, l’Associazione sta continuando a lavorare per portare avanti le istanze e le preoccupazioni delle aziende associate e del settore alimentare.
Queste attività stanno proseguendo anche attraverso incontri diretti con le autorità ad alto livello politico, quali il Ministro italiano per l’ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin che, come presidente del comitato, ho incontrato in data 15 gennaio con l’auspicio di individuare alleati preziosi per preservare e salvaguardare un’eccellenza distintiva del made in Italy.
È stato evidenziato come l’introduzione di obblighi relativi all’utilizzo di specifici materiali in alcune tipologie di packaging costituisca un approccio discriminatorio e sproporzionato e un precedente da evitare.
Questo approccio ostacolerebbe anche la ricerca e l’innovazione, per le quali il settore del caffè è già fortemente impegnato al fine di individuare soluzioni che garantiscano alle “Single Serve Unit” la completa circolarità.
Inoltre, pur condividendo la necessità imprescindibile di lavorare insieme ad obiettivi ambientali sempre più ambiziosi, riteniamo che le valutazioni sugli impatti ambientali dei prodotti debbano derivare solo da un’attenta applicazione di metodi di valutazione scientifica e conseguentemente da analisi, quale ad esempio l’LCA (Life Cycle Assessment), che tengano in considerazione l’intero ciclo di vita così come riteniamo imprescindibile continuare a valorizzare le filiere di riciclo per gli imballaggi monouso.
In questa fase così decisiva per lo sviluppo della proposta, il Comitato italiano del caffè sta ribadendo inoltre le criticità in merito all’obbligo di compostabilità per le capsule di caffè previsto dall’articolo 8, e in particolare l’emendamento del Consiglio all’articolo 8.2, che consentirebbe agli Stati membri di richiedere che “gli imballaggi immessi sul mercato di cui all’articolo 3, paragrafo 1, lettera g), se composti da materiale diverso dal metallo, siano messi a disposizione sul loro mercato per la prima volta solo se sono compostabili”.
In linea con gli emendamenti approvati dal Parlamento Europeo, che riconoscono la riciclabilità delle unità monodose per caffè e la necessità di garantire la libertà di scelta dei materiali (articoli 3 e 8), la richiesta è che venga lasciata all’autoregolazione del mercato e alla valutazione dei produttori la scelta del materiale, in modo da non rendere vani tutti gli investimenti operati in questi anni da parte delle aziende produttrici al fine di facilitare la riciclabilità dei prodotti.
Il settore del caffè italiano, in linea con la posizione del settore a livello europeo rappresentato da ECF (European Coffee Federation) e nell’ambito del raggiungimento degli obiettivi di circolarità, richiede dunque la libera scelta del materiale da utilizzare per i propri prodotti.
A questo proposito, il Comitato italiano caffè ha chiesto ad Unione Italiana Food di aprire un tavolo di confronto con il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), con l’obiettivo di valutare le iniziative più opportune da intraprendere rispetto alle responsabilità connesse alla gestione delle capsule e cialde per caffè laddove si confermasse la classificazione di imballaggio come da proposta di Regolamento PPWR.
Un primo incontro tra CONAI e una delegazione del Comitato Capsule Caffè, si è tenuto alla mia presenza il 17 gennaio u.s. a Milano.
Nel corso dei prossimi mesi, il Comitato continuerà a monitorare gli avanzamenti delle negoziazioni a livello Europeo e a richiamare l’attenzione delle Istituzioni italiane sulle istanze del settore.
Giuseppe Lavazza
La scheda sintetica del Comitato italiano del caffè
Il Comitato italiano del caffè è parte di Unione Italiana Food, l’Associazione alimentare che rappresenta 530 Aziende e oltre 24 categorie merceologiche, che generano una occupazione di circa 100.000 addetti e un fatturato di 56 miliardi di euro, di cui oltre 18 derivanti dall’export.
Il Comitato è il portavoce delle principali aziende di torrefazione e delle imprese dei servizi collegati, garantendo rappresentanza nei rapporti con le Istituzioni nazionali, europee e internazionali, con la Federazione Europea del Caffè e con le diverse componenti sociali. Il Comitato italiano del caffè intende tutelare e valorizzare il caffè italiano e lo fa con azioni mirate, oltre che di lobbying, anche di comunicazione e pubbliche relazioni, sia su canali tradizionali sia sui social media.
Questo Organismo, unico nel suo genere, rappresenta infine una piattaforma di scambio e di informazione per le aziende di essenziale importanza, anche per la sua trasversalità e imparzialità.
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