Nando Ottavi, presidente di Simonelli Group con i marchi Nuova Simonelli e Victoria Arduino, rivela alcuni dei retroscena che hanno contribuito a creare la filosofia e il know-how di Nuova Simonelli, commentando l’evoluzione delle macchine da caffè che da più di 50 anni sono sinonimo di made in Italy in tutto il mondo. Leggiamo di seguito le considerazioni del presidente Nando Ottavi.
Ottavi, parliamo di Host e delle fiere in generale per ragionare su come le manifestazioni di questo genere siano in un’importante touch point per tutti gli addetti ai lavori
“Host rappresenta la vetrina più grande per il nostro settore nel mondo e lo dimostra la grande affluenza di persone presenti che, dopo il Covid, quest’anno è stata altissima. Operatori di tutto il mondo sono venuti a Milano proprio per cercare di analizzare le produzioni e le innovazioni che il nostro settore ha da offrire.
Credo che Host rappresenti anche l’occasione per i nuovi imprenditori delle industrie di colloquiare con gli operatori e cercare di trovare tutte le possibili soluzioni per affrontare il mondo completo del nostro settore”.
Lo stand Simonelli Group era quello a più alto tasso di innovazione a Host
“Il nostro obiettivo e impegno sin dall’inizio della nascita dell’azienda nel 1936 è stato di concentrarci sull’innovazione. Possiamo considerare Orlando Simonelli, fondatore della società, un pioniere dell’innovazione, perché già allora produceva una macchina molto avanzata.
Con la nostra entrata nel Gruppo negli anni ‘70, abbiamo continuato su questa strada con lo sviluppo di alcune idee cardine basate sull’innovazione. C’è di più: abbiamo cercato di coinvolgere collaboratori che abbracciassero le nostre idee e, soprattutto, il nostro modo di pensare e fare.
D’altra parte Nuova Simonelli a quei tempi era un’azienda molto regionalizzata. Il nostro obiettivo è stato subito quello di internazionalizzare la ditta e ciò richiedeva macchine innovative e dal design italiano.
È stata un’idea azzardata ma al tempo stesso all’avanguardia. Un’idea quasi da pionieri perché pensare, in quel tempo, di poter affrontare un mondo globale e diventare i primi del nostro settore sicuramente richiedeva tanta volontà e ambizione.
Ma ci siamo riusciti e oggi possiamo dire di essere stati, e tutt’ora siamo, gli ambasciatori del mondo del caffè in tutto il mondo”.
Ottavi, nello stand del vostro Gruppo ha richiamato molta attenzione il pannello con i modelli storici della Nuova Simonelli. Cosa ha portato a questa scelta? La storia gioca un ruolo così importante nell’azienda?
“Assolutamente sì. L’intenzione era quella di far vedere ai visitatori che dietro il brand c’è una storia che fin dagli anni ’70 invitava ad una continua ricerca d’innovazione del prodotto e che ha cercato di trovare quelle soluzioni, ecologiche e sostenibili, ma anche riguardo al design italiano, che oggi sono diventate d’obbligo per tutte le aziende. Questa è la storia che vogliamo ricordare e che ci fa piacere celebrare in ogni occasione.
Anche a Host abbiamo voluto porre omaggio alla storia dell’azienda grazie a questo pannello, scelta che ha accolto un certo entusiasmo tra gli spettatori”.
Le macchine rappresentate sul pannello della Nuova Simonelli hanno segnato la svolta nell’azienda in termini di innovazione e sono state quasi tutte presentate a Host.
“Le nostre macchine sono state tutte presentate a Host di Milano. Per noi proprio questa Fiera è diventata la vetrina più importante di tutti gli eventi a cui partecipiamo nel mondo.
Perciò non possiamo non presentare, ad ogni evento della Fiera, una nuova macchina o un nuovo prodotto e innovazione poiché è proprio da lì che ci si impegna a lavorare per i prossimi due anni e guardare al prossimo Host.
Infatti, se guardiamo nella storia, nell’intervallo di due anni in cui torna Host, la Nuova Simonelli è sempre presente con nuovi prodotti”.
Ottavi, poter ammirare queste attrezzatture tutte insieme in una Fiera internazionale così importante come Host cosa racconta della filosofia di Nuova Simonelli?
“Vogliamo raccontare il nostro impegno nella ricerca che è ormai trentennale. Oggi si parla spesso di sostenibilità, riciclo, risparmio energetico come se ce ne accorgessimo soltanto ora di questi temi.
Nuova Simonelli, al contrario, ha pensato a queste importanti tematiche già da molti anni. Le nostre macchine sono tutte caratterizzate da un aspetto centrato sulla sostenibilità. Ad esempio sono prodotte con materiali riciclabili. In più abbiamo cercato da anni di condurre analisi sui nostri prodotti per capire quanto CO2 veniva consumato sia nella produzione che nella gestione delle macchine, con l’obiettivo di ridurlo in modo significativo.
Dai risultati delle analisi effettuate da diverse Università, abbiamo accertato che il dispendio di CO2 sul totale è del 5% , mentre il restante 95% riguarda l’utilizzo.
Abbiamo quindi investito per individuare soluzioni e tecnologie capaci di ridurre il consumo energetico della macchina stessa. Credo che se tutti seguissero questa strada forse si parlerebbe di meno di questi problemi e si avrebbero più risultati effettivi”.
Abbiamo parlato del presente e del futuro. Facciamo un passo indietro: quali sono i modelli storici che hanno per lei maggiore significato? C’è un evento che lei ricorda in maniera particolare relativamente alla presentazione di uno di questi modelli?
“Nei miei ricordi è rimasta impressa la prima fiera che abbiamo fatto a Milano negli anni ‘70 quando presentammo il modello ISX, il primo prototipo di una macchina che sarebbe all’avanguardia anche oggi. Persino adesso chi vede quel modello è attratto dalla sua costruzione e dal design.
Quella fiera è stata la prima di Nuova Simonelli, perciò non posso che non ricordare questo evento, che aumentò il nostro entusiasmo e generò una grande curiosità in tutti i visitatori.
Andando avanti nel tempo, non posso non ricordare i due modelli della Simonelli che sono la Program e l’Aurelia, le macchine in cui sin dagli anni ’80 l’azienda iniziò a inserire un controllo elettronico all’interno come il dosaggio.
Erano macchine pensate per essere di facile utilizzo per l’operatore. Non a caso, l’ultima macchina che abbiamo presentato a Milano, la NUOVA Aurelia, si rifà a questi due prodotti, Program e Aurelia, che hanno contribuito al successo dell’immagine e alla crescita di quello che è diventato Simonelli Group.
Abbiamo cercato di seguire la linea che abbiamo adottato in quelle due macchine, creando prodotti altamente innovativi ma di facile uso per gli operatori di settore. Importante anche la questione dell’implemento del controllo elettronico delle macchine stesse per il risparmio energetico, per la consistenza del risultato e per velocizzare il workflow”.
C’è una presentazione o un evento che le sta particolarmente a cuore?
“Ovviamente ci sono state molte presentazioni in cui abbiamo cercato sempre di fare qualcosa di nuovo e che potessero far entusiasmare sia noi che i nostri collaboratori. La presentazione della prima Aurelia nel 2003 è stata davvero occasione per alzare gli standard delle macchine professionali per caffè espresso.
Avevamo realizzato la macchina in collaborazione con l’Istituto Europeo di Ergonomia al fine di permettere all’operatore di lavorare in modo semplice e veloce, senza stancarsi”.
Dal 1970 al 2023 cosa differenzia veramente i modelli delle macchine per espresso della Nuova Simonelli? Che cosa è cambiato?
“Nel 1970 le macchine per il caffè erano relativamente semplici e meccaniche con materiali abbondanti e consumi di energia elevati. Noi, fin d’allora, abbiamo cercato di modificare quel processo di costruzione e portare l’innovazione necessaria per un cambiamento.
Quando si pensa di poter esportare e di industrializzare un prodotto come, nel nostro caso, una macchina da caffè, non si può pensare di proporre sempre lo stesso concept e venderla in tutto il mondo. Industrializzazione significa anche ricerca e innovazione. Le macchine di allora sono completamente diverse da quelle di oggi.
Oggi ci sono attrezzatture che fanno controlli elettronici: oramai la macchina dialoga con il macinino e insieme fanno il lavoro che una volta veniva svolto da un barista esperto”. In Simonelli Group abbiamo sempre cercato di semplificare i processi progettando macchine semplici e user-friendly che possano consumare sempre di meno”.
Enzo Ferrari diceva che macchina migliore sarà sempre la prossima. Lei ha parlato di questa ricerca e sviluppo che caratterizza Nuova Simonelli da sempre. Siamo arrivati al massimo dell’espressione tecnica delle macchine o si giocherà su altri dettagli? Come possono migliorare queste macchine apparentemente già perfette?
“Enzo Ferrari aveva ragione. La tecnologia e l’innovazione hanno potenziali infiniti. Non ci sarà mai fine al miglioramento. Simonelli Group sta cercando sempre soluzioni migliori per una macchina più performante e con meno consumi con un maggiore implemento dell’intelligenza artificiale e inserendo sempre di più l’elettronica nei prossimi prodotti. Il futuro ci riserva ancora molte sorprese.
Credo che l’innovazione non finirà mai e dobbiamo far attenzione in modo da essere sempre all’avanguardia. Vogliamo essere coloro che innovano e non quelli che copiano. Cerchiamo di guardare al futuro ed essere il punto di riferimento del settore per le innovazioni dei nostri prossimi prodotti”.