MILANO – Le capsule di caffè più sostenibili in assoluto? Quelle compostabili, seguite dalle capsule in alluminio e da quelle in plastica tradizionale. La conferma giunge da uno studio dell’università olandese di Wageningen, che ha valutato l’impatto ambientale e la circolarità dei diversi materiali utilizzati per le capsule monoporzione, rispetto a diversi scenari di fine vita.
Considerando sia la circolarità dei materiali che le emissioni di gas serra, le capsule compostabili costituiscono, per l’appunto, l’opzione maggiormente sostenibile.
“Ogni anno, vengono consumati in Europa miliardi di capsule di caffè. Sebbene il contributo maggiore in termini di gas serra provenga dai fondi del caffè, quando si parla di monoporzionato anche il materiale utilizzato per le capsule ha un impatto considerevole” spiega la responsabile capo del progetto Ingeborg Smeding.
A fini dello studio, Smeding e i suoi colleghi hanno analizzato l’impatto di tre tipi di capsule di caffè:
capsule compostabili in materiale plastico realizzato a base di prodotti organici, capsule in plastica tradizionale e capsule in alluminio.
“L’aspetto unico di questa ricerca è che non ci siamo limitati a considerare le sole emissioni di gas serra, poiché esse sono solo una parte della storia” continua Smeding. “Prendendo in considerazione anche la circolarità dei materiali abbiamo ottenuto una prospettiva più ampia sulla sostenibilità delle diverse opzioni”.
La circolarità è stata misurata in base all’indicatore materiale di circolarità (Mci), uno strumento sviluppato dalla Ellen MacArthur Foundation.
Si tratta di uno degli indicatori più completi, poiché comprende le percentuali di riciclaggio, il contenuto riciclato, il rendimento del processo di riciclaggio, il contenuto a base di prodotti organici, la riusabilità e la durata di vita media.
La ricerca ha compreso i seguenti scenari di fine vita: compostaggio industriale (solo per le capsule compostabili), riciclaggio attraverso la raccolta di rifiuti di imballaggi leggeri, termodistruzione con recupero energetico, conferimento in discarica con recupero energetico e monoraccolta (solo per le capsule in alluminio).
Il verdetto? Vincono le capsule in plastica compostabile, come facilmente prevedibile
Il loro Mci è pari al 100% (pienamente circolare), quando le capsule sono compostate. I materiali sono sia a base di prodotti organici (non a base fossile) che biodegradabili.
Tanto i fondi di caffè quanto il materiale delle capsule possono essere mantenuti in circolo, poiché sono “riciclati organicamente” attraverso la biosfera nel compost.
L’opzione rimane sostenibile anche quando le capsule vengono conferite in modo non corretto. In Olanda, ad esempio, le capsule compostabili non vengono sempre accettate nell’umido.
Seguono le capsule in alluminio. A patto però che esse siano raccolte separatamente, attraverso sistemi progettati specificamente ed esclusivamente per la loro restituzione (monoraccolta).
L’alluminio viene riciclato e il caffè compostato. Tuttavia, il Mci è inferiore a quello delle capsule compostabili (circa il 60%), anche quando l’alluminio è riutilizzato per produrre nuove capsule.
Un ciclo chiuso completo non è infatti possibile, in ragione dei microelementi che si accumulano con il tempo rendendo l’alluminio meno malleabile. Ai fini di un efficace funzionamento degli schemi di riciclo è inoltre necessario che vi sia un elevato tasso di partecipazione volontaria al sistema di monoraccolta.
Fanalino di coda: le capsule in plastica tradizionale a base fossile. In quest’ultimo caso, un’economia circolare è impossibile, in quanto né le capsule, né i fondi di caffè sono riciclati. Il Mci è inferiore al 50%.
Lo studio non tiene conto però di alcune marche di capsule in plastica tradizionale, che possono essere aperte (attraverso utensili specifici) consentendo così il recupero del caffè e conferite in monoraccolta al produttore per il riciclo, attraverso schemi specifici.