mercoledì 18 Dicembre 2024
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Cacao: prezzi raddoppiati, le multinazionali smettono di acquistarlo

Al ritmo attuale – secondo le informazioni raccolte da Reuters, sono state acquistate solo 300.000 tonnellate – la quota di fave acquistate sarà molto inferiore rispetto allo scorso anno

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L’aumento del costo del cacao sembra non arrestarsi e ha raggiunto livelli talmente alti da far impallidire i giganti del settore come Barry Callebaut o Olam che solitamente, in questo periodo dell’anno, acquistavano in anticipo le fave per il raccolto 2024-2025 tramite contratti futures. Quest’anno i loro acquisti sono stati tuttavia arrestati a causa del prezzo troppo elevato. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale day FR Italian.

L’aumento del prezzo del cacao e l’impatto sulle multinazionali

MILANO – In un anno i prezzi del cacao sono raddoppiati. Prezzi di cui ancora i produttori non beneficiano, ma che sono troppo alti agli occhi delle multinazionali. L’impennata dei prezzi del cacao è tale che sembra aver paralizzato le multinazionali: nelle ultime settimane hanno infatti rallentato notevolmente i loro acquisti in Costa d’Avorio.

Di solito, in questo periodo, i giganti del cacao come Cargill, Olam o Barry Callebaut si assicurano la fornitura per il prossimo anno e quindi acquistano in anticipo, tramite contratti futures, le fave per il raccolto 2024-2025.

Solitamente entro la fine di dicembre sono già prenotati tre quarti del cacao del raccolto principale dell’anno successivo.

Al ritmo attuale – secondo le informazioni raccolte da Reuters, sono state acquistate solo 300.000 tonnellate – la quota di fave acquistate sarà molto inferiore rispetto allo scorso anno.

Illustrazione di questo aumento di prezzo, il prezzo medio di riferimento calcolato dall’Organizzazione Internazionale del Cacao (ICCO) e che tiene conto dei sei contratti futures – con consegna in 3, 6 o 9 mesi – che sono negoziati sulle Borse di New York e Londra. Venerdì scorso il prezzo ha superato la fatidica soglia dei 4.000 dollari a tonnellata, un livello senza precedenti.

Un prezzo che attualmente non va a beneficio dei produttori ivoriani, dato che il prezzo fissato per il raccolto attuale, di 1.000 franchi CFA al chilo delle fave, deriva da calcoli basati, tra l’altro, sul prezzo dei contratti del coltivatore.

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