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giovedì 21 Novembre 2024
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L’effetto del caffè varia a seconda della genetica: lo studio

Al centro dell'attenzione c'è un gene chiamato CYP1A2, che controlla un enzima, anch'esso chiamato CYP1A2, che ha il compito di scomporre la caffeina nel nostro corpo. A seconda della variante di questo gene, la velocità con cui metabolizziamo la caffeina può variare notevolmente

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C’è chi può berne in dose modica, altrimenti rischia di non chiudere occhio la notte. E chi invece il caffè lo tollera bene e può consumarne a volontà, anche oltre le canoniche 6 ore prima di coricarsi. Come è possibile? La risposta, secondo gli scienziati, si trova nel nostro dna e nella genetica. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sulla Gazzetta.

Gli effetti della genetica sul caffè

MILANO – Il modo in cui il nostro corpo risponde al caffè, il nostro apprezzamento per il suo sapore e persino il suo impatto sul rischio di malattie come l’infarto o l’ipertensione sono in gran parte determinati dalla genetica. Al centro dell’attenzione c’è un gene chiamato CYP1A2, che controlla un enzima, anch’esso chiamato CYP1A2, che ha il compito di scomporre la caffeina nel nostro corpo.

A seconda della variante di questo gene, la velocità con cui metabolizziamo la caffeina può variare notevolmente. Il dottor Ahmed El-Sohemy, docente di scienze della nutrizione all’Università di Toronto e fondatore di Nutrigenomix, ha condotto ricerche approfondite in questo campo.

Secondo i suoi studi, circa il 50% delle persone sono “metabolizzatori veloci” del caffè, avendo due copie della variante “veloce” del gene CYP1A2. Un altro 40% ha una sola copia, il che li rende “metabolizzatori lenti”, mentre il restante 10%, senza copie, è “ultralento”: a loro il caffè fa fin troppo effetto.

Last but not least, la scienza ci dice che anche le sigarette possono influenzare il metabolismo della caffeina. Il fumo, infatti, aumenta l’attività del gene CYP1A2, permettendo ai fumatori di scomporre la caffeina più rapidamente. Questo spiega perché molte persone che smettono di fumare scoprono di dover ridurre il loro consumo di caffè, perché sono diventate più sensibili alla caffeina.

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