MILANO – Atomo, la startup di Seattle che promette di produrre il primo caffè senza il chicco, ha infatti presentato in anteprima la sua “miscela molecolare” in un prestigioso locale newyorchese di Times Square, nonché al New York Coffee Festival, andato in scena la settimana scorsa. Ma, soprattutto, c’è una data per l’apertura del primo stabilimento, che sarà inaugurato a marzo 2024.
E che sarà capace di produrre 4 milioni di libbre (1.814 tonnellate) di simil-caffè macinato all’anno, pari a circa 80 milioni di tazze. Si tratta solo di un primo passo.
Nelle intenzioni di Andy Kleitsch – ceo e cofondatore (assieme al microbiologo Dr. Jarret Stopforth) di Atomo – lo scopo, in questa fase, è quello di acquisire una certa “traction iniziale”, in qualche centinaio di caffetterie e approfittare dell’abbrivio così ottenuto per acquisire ulteriori fondi, tali da consentire la costruzione di uno stabilimento da 40 milioni di libbre.
Per traction – nel linguaggio delle startup – si intende la “validazione” del prodotto, ossia la prova che esso ha un mercato.
Per intanto, Atomo ha già raccolto 51,6 milioni di dollari da investitori del calibro di S2G Ventures, AgFunder, e Horizons Ventures.
E negli ultimi mesi, assicura Kleitsch in un’intervista a AgFunder, ci sono state altre importanti manifestazioni di interesse, che si concretizzeranno a breve.
Il tutto, nonostante l’azienda abbia cambiato in corsa il proprio prodotto, che originariamente sarebbe dovuto essere il cold brew in lattine da 80z (circa 240 ml).
Atomo ha infatti deciso recentemente di passare direttamente alla produzione della polvere macinata.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.