di Davide Cerbone*
Sono oltre duemila le saracinesche che si sono abbassate a Napoli e provincia negli ultimi sei mesi. Una serrata di massa imposta da una crisi che ha funestato soprattutto la city. Nel capoluogo si concentra infatti il 60 per cento delle chiusure, mentre il restante 40 per cento ha colpito provincia e periferia. Un dato che va moltiplicato per due sull’intera regione: in Campania sono quasi 3900 i commercianti che tra gennaio e giugno hanno dovuto rassegnarsi alla resa.
I sipari del «fine attività» calano soprattutto nel centro storico. Napoli ammaina le sue bandiere soprattutto qui, tra piazza Carità e via Sanfelice, via Medina e il corso Umberto. La cinghia si stringe sempre di più, e strangola per primi i negozi di abbigliamento.
Nella lista delle perdite, però, Confcommercio Napoli conta anche seicento bar: il 60 per cento era a Napoli (il 70 per cento nelle periferie e 30 per cento nella città), mentre il 40 per cento si trovava in provincia.