MILANO – Nel rigido inverno russo sorseggiare una bevanda calda rischia di diventare un lusso. I prezzi di tè e caffè potrebbero infatti di subire, dal prossimo anno, rincari nell’ordine del 20%, secondo quanto riferisce il quotidiano Izvestia.
Tutta colpa del del rublo debole. Da gennaio, la moneta russa si è svalutata del 40% nei confronti del dollaro risentendo delle sanzioni occidentali e della crisi in Ucraina, oltre che del forte calo delle quotazioni del greggio.
Il deprezzarsi del cambio rende più onerosa l’importazione delle materie prime e appesantisce i costi dell’industria.
Secondo il direttore esecutivo dell’Associazione dei produttori di tè e caffè della Russia (Roschaikofe) Ramaz Chanturia i listini all’ingrosso cresceranno almeno del 10% nel 2015 e il ricarico da parte dei dettaglianti farà lievitare i prezzi finali sino al 20%.
Il pessimismo di Chanturia è motivato da precedenti recenti, che risalgono alla crisi finanziaria del 2008-09. Durante tale periodo i prezzi di tè e caffè aumentarono di oltre un quinto, come indicato da Nielsen, e i consumi (specie di caffè) ne risentirono negativamente.
Il tè rimane di gran lunga la bevanda nazionale russa, con una penetrazione superiore al 90% e una radicata tradizione di consumo.
La diffusione del caffè – soprattutto nelle metropoli – è un fenomeno recente. Secondo l’ultima edizione dello European Coffee Report dell’Ecf, l’import di caffè verde della Russia ha raggiunto, nel 2012, un volume di 4.115.851 sacchi.