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domenica 24 Novembre 2024
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Caro-caffè, tornano le classifiche e l’allarme di Assoutenti: “720 milioni in più dal 2021” a Bolzano, la tazzina più costosa a 1,34, a Messina, 95: e la qualità?

La pausa-caffè costa oggi ai cittadini la bellezza di 720 milioni di euro in più rispetto al 2021, con un giro d'affari per l'espresso che passa dai 6,24 miliardi di euro di due anni fa ai quasi 7 miliardi di euro del 2023, riporta Assoutenti

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MILANO – La discussione sul caro caffè continua ad essere più che aperta e un nuovo capitolo di questa storia legata al prezzo della tazzina è comparso su lastampa.it. In un articolo a ripresa dei dati di una ricerca svolta da Assoutenti, condivisa la denuncia dell’Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici rispetto ai rincari – per un ammontare di 720 milioni in più sul 2021 -.

L’allarme lanciato attorno all’aumento del sempreverde euro per espresso, ancora una volta si allontana da una questione che su queste pagine è sempre presente e discussa da tanti anni a questa parte: il costo così basso per un caffè al bar, spesso non è sinonimo di qualità e non può essere più sostenibile per nessuno della stessa filiera. Inclusi i consumatori.

Perché dunque continuare con le classifiche che segnalano con terrore che a Bolzano si trova l’espresso più caro d’Italia, quando si parla di una media di 1,34 euro a tazzina?

I 95 centesimi per l’espresso a Messina, la città dove è più economico in assoluto, invece, non fanno paura a nessuno?

Infine: Assoutenti non parla mai di qualità dell’espresso in tazza (a loro sta bene tutto quello che si beve?), non cita mai la filiera del caffè e, soprattutto, quanto poco finisca nelle tasche dei coltivatori. Ignorate anche tracciabilità e sostenibilità.

Assoutenti sa di di che cosa parla?

Leggiamo l’articolo da lastampa.it.

Caro-caffè: tutti i numeri di Assoutenti

Il caffè, amato, irrinunciabile, tradizionale ma sempre più caro. Oggi infatti costa infatti agli italiani circa 720 milioni di euro all’anno in più rispetto al 2021.

Lo denuncia Assoutenti, che ha realizzato una indagine per capire come sia cambiato negli ultimi due anni il prezzo della tazzina di espresso consumata al bar, quali siano le città che hanno i listini più salati e dove si registrino i rincari più sostanziosi.

«Rispetto a due anni fa, oggi il caffè consumato al bar costa mediamente l’11,5% in più, con l’espresso che è passato da una media nazionale di 1,04 euro del 2021 agli attuali 1,16 euro. – analizza Assoutenti -. Solo nei bar di tre città italiane, Catanzaro, Reggio Calabria e Messina, si può ancora consumatore un espresso a prezzi inferiori a 1 euro a tazzina, mentre in ben 22 province i listini superano quota 1,20 euro».

Ecco qualche esempio sui rincari più evidenti

Il caffè più costoso è quello di Bolzano, con una media di 1,34 euro a tazzina, seguita da Trento (1,31 euro), Belluno (1,28 euro), Padova (1,27 euro), Udine (1,26 euro) e Trieste (1,25 euro). La città più economica risulta Messina, con 0,95 euro ad espresso, 0,99 euro a Catanzaro e Reggio Calabria.

«Tuttavia sono proprio le città calabresi quelle che registrano i rincari dei prezzi più pesanti: stando ai dati ufficiali forniti dal Mimit, a Cosenza il caffè al bar è aumentato addirittura del 36,4%, passando una media di 0,88 euro del 2021 agli attuali 1,20 euro.

A Catanzaro il prezzo sale in due anni da 0,80 a 0,99 euro, facendo segnare un +23,8%. A Pescara gli aumenti sono in media del 22% (da 1 a 1,22 euro), +20,9% a Bari, +19,5% a Palermo.

Bergamo, Ascoli Piceno, Trento e Siracusa registrano rincari attorno al +16%.

La città che invece ha aumentato di meno i prezzi del caffè negli ultimi due anni è Aosta: +2,9%, da 1,05 euro a 1,08 euro. Seguono Lucca (+3,6%) e Cagliari (+3,8%)», rileva ancora Assoutenti.

È una stangata vera e propria per gli amanti del caffè: considerato che in Italia le ultime stime registrano circa 6 miliardi di caffè serviti ogni anno dai circa 150mila bar presenti sul territorio, la pausa-caffè costa oggi ai cittadini la bellezza di 720 milioni di euro in più rispetto al 2021, con un giro d’affari per l’espresso che passa dai 6,24 miliardi di euro di due anni fa ai quasi 7 miliardi di euro del 2023, aggiunge Assoutenti.

«Prima il caro-bollette che ha portato ad una impennata dei costi per i pubblici esercizi, poi i rincari delle materie prime spinti dallo scoppio della guerra in Ucraina hanno determinato sensibili aumenti per le consumazioni nei bar italiani – spiega il vicepresidente Gabriele Melluso – Incrementi dei listini che, come dimostrano i nostri dati, non sono rientrati nonostante la fine dell’emergenza energetica e quotazioni del caffè meno proibitive.

Un danno evidente per le tasche dei 5,5 milioni di italiani che tutti i giorni fanno colazione nei bar dislocati sul territorio, e per tutti quei cittadini che, nell’arco della giornata, non rinunciano alla classica pausa-caffè».

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