MILANO – Per la Federazione colombiana dei produttori di caffè è già tempo di consuntivi di fine anno e il bilancio per il 2014 è decisamente positivo.
Secondo le proiezioni attuali (i dati mensili relativi a novembre non sono stati ancora divulgati), la produzione a fine anno solare supererà nettamente i 12 milioni di sacchi, ben al di sopra delle previsioni iniziali e delle stime fatte, a suo tempo, da numerosi analisti e addetti ai lavori.
Significativo il dato sulla produttività, che risale a 15,2 sacchi/ha, il terzo livello più alto degli ultimi 14 anni.
Ma ancora più importanti sono le cifre relative al programma di rinnovo colturale, che dal 2009 a oggi ha portato all’impianto di 3,184 miliardi di arbusti, per il 77% con varietà resistenti alla ruggine del caffè.
“In tal modo – si legge in una nota diramata lunedì dalla Federazione – si sono gettate le basi produttive del comparto per i prossimi dieci anni. A contradistinguerle, un’importante caratteristica nuova: l’adattabilità al cambiamento climatico”.
Questa trasformazione produttiva ha consentito di vincere la guerra contro la roya, la cui incidenza media su scala nazionale si attesta ormai attorno al 2%.
Fedecafé sottolinea che il valore del raccolto di quest’anno, grazie alla ripresa dei prezzi, si colloca attorno ai 5.500 miliardi di pesos (circa 1,9 miliardi di euro). I maggiori introiti dei cafeteros stanno producendo importanti ricadute sull’economia delle aree rurali traducendosi in un importante fattore di benessere e dinamismo.
La Federazione ha inoltre ricapitolato con soddisfazione le importanti misure a sostegno dei produttori (credito, agevolazioni, assistenza tecnica), varate o potenziate nel corso di quest’anno, e gli ulteriori progressi raggiunti nella realizzazione di una rete commerciale sempre più capillare.
Molto corposo anche il bilancio sociale di Fedecafé, con interventi per quasi 880 milioni di euro rivolti alla creazione di strutture a favore della collettività nelle regioni di produzione del caffè.
Da registrare il successo della consultazione per l’elezione dei rappresentanti dei produttori (elecciones cafeteras) dello scorso settembre, con una percentuale di partecipazione al voto vicina al 70%.
Il LXXX Congresso Nazionale dei produttori di caffè, che si apre quest’oggi (3 dicembre) a Bogotá, avrà il compito di definire le linee di sviluppo del settore per i prossimi 5 anni.
Tra le priorità sin d’ora delineate, l’elaborazione di una strategia di educazione rurale, che insegni ai cafeteros le migliori pratiche agricole, nell’ottica di un miglioramento della qualità e dell’accrescimento della redditività.
Proseguirà inoltre l’attuazione dei progetti di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, nonché di ottimizzazione della gestione delle risorse naturali. Fedecafé punta altresì a migliorare la copertura sociale dei produttori. Sul piano imprenditoriale si cercherà di incentivare la creazione di PMI specializzate nell’esportazione di caffè speciali.
Importanti anche i traguardi raggiunti dalla catena Juan Valdez, che ha recentemente inaugurato a Puerto Montt (Cile) il suo locale numero 300. Dal 2012 a oggi, la media è stata di una nuova apertura alla settimana.
Oltre che in Colombia, dove sono attivi ben 207 locali, il brand Juan Valdez è presente con le sue caffetterie in 13 paesi, e con i suoi prodotti, in oltre 2.700 punti vendita di 16 nazioni.
L’uso del marchio ha portato ai cafeteros oltre 12,5 milioni di euro di royalties negli ultimi 5 anni.