Laura Carlino racconta nel portale Vivi le Canarie i segreti e le storie che si celano dietro la miscela di caffè prodotta nella Valle di Agaete, situata a nordovest di Gran Canaria. La varietà coltivata è la tipica Arabica, una delle più antiche originarie dell’Etiopia. La sua coltivazione nella valle è considerata quasi un miracolo. Alcuni esperti l’hanno classificata nel ristretto numero dei caffè esotici. Per saperne di più leggiamo di seguito il racconto e le interviste agli esperti della regione e dell’azienda agricola Finca La Laja di Laura Carlino.
I segreti del caffè di Agaete
AGAETE (Canarie) – In pochi minuti avevamo preparato diverse tazze con l’aiuto di una moka subito dopo aver macinato i grani. Il primo sorso mi rivelò un caffè morbido, corposo, elegante e moderatamente aromatico. Il ruolo di guida all’assaggio era ricoperto da Iván Pérez, formatore barista alle Canarie, diplomato al Forum de Café e alla Asociación de Cafés Especiales.
Ci trovavamo sotto un riparo all’aria aperta nel mezzo della Valle di Agaete, a nordovest di Gran Canaria, a 15 minuti d’auto dalla costa. “Ora lo prepariamo con una caffettiera a filtro, la V6 simile alla Chemex. Ti sembrerà molto diverso”, mi disse. Infatti mi ritrovai in bocca un’infusione leggera, molto aromatica e complessa, moderatamente acida e sottilmente amara, con un retrogusto di cioccolato, liquirizia e frutta.
Una vera delizia. Mezz’ora prima nello stesso luogo ci aveva ricevuto Victor Lugo, proprietario della piccola azienda agricola Finca La Laja dove le piante di caffè crescono tra alberi da frutta e alcune viti. Lo accompagnava un esperto, José Manuel Sosa, tecnico della Agencia de Extención Agraria del Cabildo di Gran Canaria. Senza pensarci due volte cominciai a bombardarli entrambi di domande.
Quando fu introdotto il caffè a Gran Canaria?
“Si cominciò a piantarlo in tutte le isole sul finire del secolo XIX. A partire dal 1930/40 tuttavia la produzione diminuisce e scompare, tranne in questa valle. Per gli agricoltori del tempo raccogliere il caffè, selezionare i frutti, sgranarli e pelarli a mano era un lavoro enorme. La mia ipotesi è che qui si sia mantenuto grazie all’aiuto di una macchina per togliere la buccia e la polpa che negli altri luoghi non esisteva”, afferma Sosa.
Sosa continua: “Nel 1889 all’Esposizione Universale di Parigi lo presentò a concorso un agricoltore di Agaete, il possidente José de Armas, e vinse la medaglia di bronzo. Se oggi esiste è grazie alla famiglia Armas. Le piante arrivarono per la prima volta al Botanico de La Orotava con l’intenzione di acclimatarle. Da lì passarono ad Agaete dove si adattarono perfettamente”.
Quali varietà coltivate?
“La tipica (Arabica), una delle più antiche originarie dell’Etiopia. Si distingue per il colore chiaro e i riflessi bronzei delle sue foglie giovani. La sua coltivazione è quasi un miracolo. Nella valle il nostro caffè non conosce calamità o malattie. Alcuni esperti l’hanno classificata nel ristretto numero dei caffè esotici, quelli che si producono nelle isole, di quantità limitata e costi elevati. I nostri non scendono sotto i 40 euro al chilo”.
Cosa vi è mancato finora?
“Fare brand. Guadagnare prestigio fuori, giusto in quei mercati che sanno dar valore al nostro prodotto. Al momento lo vendiamo tutto nella nostra azienda a 60 euro al chilo, cioè 15 euro un pacchetto da 250 grammi”.
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