PALERMO – La prima edizione del Palermo Coffee Festival è stata un vero e proprio viaggio sensoriale tra le filiere sostenibili del caffè, vino e olio (ne abbiamo parlato qui). L’evento, organizzato dalla torrefazione Morettino in collaborazione con l’Orto Botanico di Palermo e CoopCulture è stato pensato per diffondere la cultura del caffè di qualità.
Caffè e vino a confronto al Palermo Coffee Festival
Siamo molto contenti, stanchi ma soddisfatti dell’esperienza, della sensibilità e dell’attenzione di migliaia di appassionati, turisti e persone locali che ci hanno sorpreso positivamente.
Fin da subito abbiamo pensato a questo teatro naturale che è l’Orto Botanico, uno dei giardini tropicali più significativi e rappresentativi d’Europa.
Sicuramente possiamo guardare al futuro con molto entusiasmo. È la prima edizione di un percorso che vuole andare lontano, dice Andrea Morettino.
La prima mattinata è iniziata con un dibattito su “Caffè e vino, mondi e generazioni a confronto” condotto da Andrea Morettino, Andrej Godina, Lilly Fazio vice presidente di Assovini Sicilia, Next Generation, Costante Planeta di Planeta, Gabriella Favara di Donnafugata, Federica Fina di Cantine Fina e Dario Nepoti di Palermo Mediterranea ed è proseguita poi con la proiezione del docufilm “Caffè & Vino” di cui sono autori Andrej Godina e Mauro Illiano, entrambi caffesperti e curatori della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia.
Presenti ai banchi di assaggio alcuni torrefattori e micro torrefattori di specialty coffee italiani e diverse aziende agricole di vino e olio EVO di riconosciuta qualità.
Andrej Godina: “La presenza del vino e dell’olio ha aiutato a trainare la promozione della filiera del caffè che è quella meno conosciuta e di più difficile decifrazione. Vino e olio hanno il grande vantaggio di avere in Italia luoghi evocati alla loro produzione, infatti tutti noi abbiamo ben chiaro come sono fatti l’ulivo e la vite e molti di noi abbiamo partecipato a una vendemmia o a una raccolta delle olive”.
“Le piantagioni di caffè, invece, sono molto lontane, quasi nessuno le ha mai viste e ciò complica la diffusione della cultura del prodotto e della sua filiera” conclude Andrej Godina.
In Italia infatti manca una cultura diffusa di filiera e di prodotto del caffè e l’abbinamento e i parallelismi con le altre filiere più conosciute sono senza dubbio utili per fare cultura sul caffè. La Sicilia poi è una regione di produzione di olio EVO e di vini che ha molte eccellenze, spesso prodotte da piccole aziende agricole.
Le masterclass si sono svolte all’aperto, all’ombra di alberi secolari, e hanno visto il tutto esaurito. Palermo è una città straordinaria che per il caffè ha un qualcosa di unico: all’interno dei giardini dell’Orto Botanico ci sono delle piante di caffè che danno modo ai visitatori di vedere la fioritura e gli stadi di maturazione delle drupe.
Questa straordinarietà ha reso il Palermo Coffee Festival un evento ancora più interessante e allo stesso tempo ha permesso ai partecipanti di fare un percorso di degustazione scoprendo come lo stesso caffè si presenta in tazza erogato con diversi metodi: espresso, moka, brewing. Anche la nuova bevanda cold brew è stata raccontata ed erogata con la nuovissima Eletta Explore di De Longhi pronta in pochi minuti.
La filiera siciliana del vino è stata rappresentata da alcune aziende agricole di grande spessore:
L’abbinamento tra caffè e vino
Andrej Godina afferma: “Insieme ai sommelier che hanno scelto i vini in assaggio e alla torrefazione Morettino abbiamo scelto i caffè che si sposavano meglio con le bottiglie, tenendo in considerazione non solo le caratteristiche sensoriali ma anche lo storytelling legato alle varietà botaniche e al terroir”.
Godina continua: “Le degustazioni sono state un susseguirsi dell’assaggio di un vino guidato dal sommelier e dell’assaggio del caffè preparato in Chemex. Il vino è stato descritto nelle sue caratteristiche del vitigno, del terroir e della lavorazione in cantina, con un’accurata descrizione sensoriale della bevanda: colore, aromi, flavore e retrogusto. A seguire l’assaggio del caffè, erogato al momento e servito in un calice di vetro”.
C’è di più: “Nell’abbinamento abbiamo seguito sempre un parallelismo di racconto per aiutare i partecipanti ad avere un filo logico e una descrizione del flavore. I caffè sono stati descritti con la ricetta di estrazione e con un dettaglio sulla qualità dell’acqua scelta e filtrata con i sistemi Brita, indicandone la varietà botanica, le caratteristiche morfologiche e il clima delle regioni dove era stato coltivato, il processo di lavorazione e il colore di tostatura”.
Godina conclude: “A seguire, e qui la parte meno conosciuta dai partecipanti, la descrizione sensoriale del caffè. Come è stato per il vino, ho chiesto di roteare il bicchiere per agevolare la percezione degli aromi e al palato ho accompagnato la degustazione con un dettagliato racconto del flavore”.