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lunedì 25 Novembre 2024
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Procaffè chiude il 2022 con ricavi a 37,1 milioni di euro, +25%, e consolida la presenza all’estero (57% dei ricavi)

Boris Battistella, chief financial officer dell'azienda: “Abbiamo chiuso un anno di grande lavoro e di ottimi risultati con un rafforzamento ulteriore sul mercato estero, non tralasciando però gli investimenti per il consolidamento e per lo sviluppo di quello italiano. I primi cinque mesi del 2023 vedono le vendite salire del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio, crescendo ulteriormente nel posizionamento commerciale nel mercato della Gdo nell’area Nielsen 2, rispetto ai competitor diretti. La strategia di rebranding adottata nell’ultimo biennio sta sicuramente portando i suoi frutti e avremmo potuto sicuramente crescere ancora nei risultati economici se non fosse per l’incidenza dei costi di energia e materia prima, che, come azienda, abbiamo preferito in parte assorbire per evitarne la completa ricaduta sul consumatore finale”

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BELLUNO – Un bilancio di esercizio che sancisce il pieno ritorno ai valori pre crisi pandemica e che permette non solo un completo recupero delle performance aziendali nelle vendite, ma anche un ulteriore rafforzamento nei mercati export rispetto agli anni di rallentamento causati dagli effetti sul mercato provocati dal Covid-19.

Procaffè chiude il 2022 in positivo

Il 2022 si è chiuso più che positivamente per la Procaffè Spa – società del solido e strutturato gruppo austriaco WEDL & Hofmann GmbH – che controlla produzione e distribuzione di caffè di cinque marchi storici quali Bristot, Breda, Vescovi, Testarossa e Deorsola.

I ricavi 2022 si sono assestati a quota 37,1 mln di euro contro i 29,6 mln euro registrati nel 2021, totalizzando così oltre +25% su base annua. Una costante ripresa delle vendite che ha riportato a livelli pre-pandemici anche il valore della marginalità operativa, permettendo all’azienda veneta di chiudere il bilancio 2022 con un ebitda di 2,6 mln di euro (erano stati 2,1 mln euro nel 2021) e a far ritrovare alla realtà la piena stabilità degli indici patrimoniali e finanziari, oltre a garantirle un’utile per 395mila euro.

Il mercato estero

Nel 2022 l’export incide per il 57% dei ricavi con un perimetro pressoché costante, dove particolare sviluppo lo hanno fatto rilevare il mercato greco – ove peraltro vi è stata nel corso del 2023 l’inaugurazione di un nuovo insediamento commerciale diretto ad Atene – il mercato tedesco il cui rafforzamento passa anche attraverso la nuova sede commerciale inaugurata nel 2022 ed il mercato rumeno, dove è stato allargato il posizionamento del prodotto nel mercato della GDO, oltre a quello già presidiato dell’horeca.

È proseguito nel 2022 il processo di espansione nel mercato statunitense, dove l’operatività della sede commerciale Usa ha permesso una crescita di circa il 45% del fatturato caratteristico rispetto a quanto registrato nel 2021, consentendo alla subsidiary il conseguimento di un risultato positivo.

Allo sviluppo dei mercati si è unita la crescita del numero dei collaboratori, che oggi sono arrivati a quota 150 a livello di gruppo Procaffè, con 25 nuovi inserimenti nel periodo 2022-23. Gli investimenti di Procaffè hanno riguardato anche il mercato italiano, all’interno del quale l’azienda si è concentrata nel rafforzamento della propria presenza nei mercati del Nord-ovest e del Trentino Alto Adige, dotandosi in quest’ultimo caso di una nuova unità locale logistica e di un hub per le manutenzioni a Bressanone.

Non è mancata la pianificazione degli investimenti anche per l’area bellunese con l’imminente acquisizione di un fabbricato limitrofo allo stabilimento produttivo a supporto dei piani di sviluppo aziendali.

“Abbiamo chiuso un anno di grande lavoro e di ottimi risultati – è il commento del cfo di Procaffè, Boris Battistella – con un rafforzamento ulteriore sul mercato estero, non tralasciando però gli investimenti per il consolidamento e per lo sviluppo di quello italiano. I primi cinque mesi del 2023 vedono le vendite salire del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio, crescendo ulteriormente nel posizionamento commerciale nel mercato della Gdo nell’area Nielsen 2, rispetto ai competitor diretti”.

Battistella continua: “La strategia di rebranding adottata nell’ultimo biennio sta sicuramente portando i suoi frutti e avremmo potuto sicuramente crescere ancora nei risultati economici se non fosse per l’incidenza dei costi di energia e materia prima, che, come azienda, abbiamo preferito in parte assorbire per evitarne la completa ricaduta sul consumatore finale”.

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