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New York a rischio squeeze, perché i prezzi degli arabica potrebbero impennarsi

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MILANO – Allarme squeeze sulla borsa di New York. Di cosa si tratta? Si parla di short squeeze quando alcuni investitori, avvertendo la ridotta disponibilità di una commodity sul mercato, costituiscono delle posizioni long per costringere gli altri investitori, che sono andati corti, a precipitarsi a comprare, per ricoprire le loro posizioni.

Questo fenomeno comporta, di norma, una fiammata nei prezzi a ridosso dei periodi di scadenza dei contratti. Secondo Carlos Mera, autorevole e influente analista di Rabobank, le scadenze maggiormente a rischio squeeze sono, in questo momento, quelle di luglio e settembre.

Il periodo di consegna di un contratto decorre dal primo giorno di avviso (first notice day), che cade 7 giorni borsistici prima del primo giorno di contrattazione del mese di scadenza del contratto stesso.

Per il contratto per scadenza luglio, la data è dunque quella del 22 giugno. Cosa motiva la preoccupazione di Mera? Innanzitutto, il livello – sempre molto basso – delle scorte certificate, che venerdì sono scese a 573.508 sacchi, minimo degli ultimi 6 mesi, contro poco più di un milione di sacchi (un livello comunque relativamente basso) un anno fa.

I prezzi sul mercato fisico – nettamente superiori alle quotazioni di borsa – disincentivano, al momento, il conferimento di nuovi lotti agli stock. Venerdì scorso non vi è stata alcuna nuova certificazione, né vi sono lotti in pendenza.

La situazione è destinata a durare ancora per mesi – sostiene Mera – a detta del quale non vedremo volumi significativi di nuovo caffè certificato prima di dicembre. E si tratterà probabilmente di arabica semi lavati del raccolto brasiliano 2023/24.

La settimana trascorsa si è conclusa intanto con entrambi i mercati in flessione. Il contratto per scadenza luglio di New York ha chiuso, venerdì 2 giugno, in ribasso di 275 punti, a 180,30 centesimi, 130 punti sotto la chiusura di due venerdì fa.

Dopo essere risalita giovedì sopra la soglia dei 2.600 dollari, Londra (luglio) ha perso 30 dollari nell’ultima seduta della settimana concludendo a 2.575 dollari. La borsa dei robusta ha toccato lunedì 22 maggio, i massimi degli ultimi 15 anni.

Il più recente Cot del mercato londinese – aggiornato al 30 maggio – evidenzia un incremento di 849 contratti della posizione net long detenuta dai fondi, che ha raggiunto un totale di 43.854 contratti, il massimo degli ultimi 16 mesi.

Dopo un avvio a rilento, dovuto alle precipitazioni fuori stagione, le operazioni di raccolta stanno prendendo quota in Brasile. Secondo il monitoraggio settimanale di Safras, alla data del 30 maggio, il raccolto risultava completato per il 20%, contro l’8% di 7 giorni prima.

Più avanti il raccolto di robusta, ormai al 31% del volume previsto. La raccolta degli arabica, che inizia più tardi, è stata invece completata per il 14%. Entrambi i dati sono in linea con le medie storiche degli ultimi 5 anni.

Il tempo si preannuncia clemente anche per le prossime settimane, con la sola eccezione di alcune regioni del Paraná e del San Paolo. Potrebbe piovere anche in Espírito Santo e Bahia orientale, dove le precipitazioni rischiano di portare allo stop temporaneo della raccolta.

I report sul campo indicano che la qualità del raccolto è buona, anche se il numero di campioni sin qui valutati rimane basso. Safras & Mercado stima il raccolto brasiliano 2023/24 in 66,65 milioni di sacchi, molto al di sopra della stima ufficiale Conab di 54,74 milioni.

Buone notizie sul fronte dell’export, per quanto riguarda l’Honduras, che è l’origine che contribuisce di gran lungo di più alle scorte certificate della borsa di New York.

Secondo i dati preliminari dell’Istituto nazionale del caffè (Ihcafé), le esportazioni sono state, a maggio, di 935.674 sacchi, pari a un incremento del 79% rispetto allo stesso mese di un anno fa. Il totale per i primi 8 mesi dell’annata caffearia 2022/23 raggiunge così un volume di 4.225.606 sacchi: il 31,7% in più rispetto al pari periodo dell’annata 2021/22.

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