FORNACE ZARATTINI (Ravenna) – Paolo Costa, patron e amministratore unico di Commerciale Adriatica, azienda costruttrice di macchine per la preparazione del caffè espresso con sede in una delle zone colpite dalle alluvioni in Emilia Romagna, nel Comune di Ravenna, ha condiviso con i lettori il racconto della situazione in cui versa attualmente la sua attività e non soltanto.
Commerciale Adriatica, com’è allo stato attuale
“L’azienda si trova nelle vicinanze del Fiume Lamone che però ha debordato dalla sponda opposta alla nostra e così fortunatamente ci siamo salvati. Così è successo anche per la mia abitazione. Ci sono zone che sono state risparmiate perché il fiume ha esondato soltanto da una parte.
L’epicentro è stato a Sant’Agata sul Santerno, dove è piovuto un metro e 70 d’acqua, qualcosa di impressionante, in cui sono purtroppo morte anche delle persone.
Come al solito in tutto questo, la politica ha delle responsabilità enormi: in Emilia Romagna siamo governati da 30-40 anni dalla sinistra, che non ha mai agito su questo aspetto. Quando facciamo notare che avrebbero dovuto lavorare sulle casse di contenimento, sulla pulizia degli argini, ribattono con la seguente argomentazione: si tratta di un fatto naturale.
E invece no: se avessero fatto della manutenzione per tempo, l’alluvione avrebbe avuto effetti limitati. E’ come affrontare il mare grosso con un canotto e non con una nave adeguata: ci si rovescia di sicuro. Questo purtroppo è quello che è capitato.”
In questa situazione drammatica, la buona notizia è che l’azienda del caffè espresso più vicina all’epicentro si è salvata
“Sì, ma siamo chiusi perché chi deve lavorare da noi è bloccato a casa: le strade sono ancora tutte chiuse. Ci troviamo in una situazione di stallo: non girano neppure i corrieri.
Se riuscissimo almeno a rientrare in sede, potremmo riaprire da domani.
La situazione però è veramente tragica: Fornace Zarattini è ancora sott’acqua. Sicis, azienda leader mondiale nella produzione ed esportazione di mosaici, è tutt’ora inondata. Così come molte altre imprese: lì anche i grandi negozi di elettrodomestici famosi dappertutto, tutti i grandi supermercati, sono allagati.
E’ tutta merce e attrezzature da gettar via. In più, per salvare Ravenna centro dove ci sono dei monumenti storici patrimonio dell’Umanità sono stati costruite delle barriere, sacrificando però le zone limitrofe.
In un paesino vicino a Piangipane, l’allarme è stato ora classificato come arancione e non più rosso. Le scuole però sono ancora chiuse: quindi è il segnale che l’emergenza non è ancora superata. Magari non più di tipo climatico, ma organizzativo.
Prevedo purtroppo che questo momento critico creerà del clamore mediatico temporaneamente ma che alla fine, così com’è successo in Abruzzo e poi in Emilia con il terremoto, ci dovremmo tra volontari e privati rimboccarci le maniche da soli. Vorrei sbagliarmi, per una volta, ma temo che andrà così.”