MILANO – I nuovi dati Cecafé forniti nella serata di ieri (mercoledì 10 maggio) confermano il trend negativo dell’export brasiliano. Ad aprile, gli imbarchi di caffè in tutte le forme del primo produttore mondiale hanno subito infatti una flessione del 10,3% fermandosi a 2.722.180 sacchi, contro i 3 milioni circa dello stesso mese dell’anno scorso e gli oltre 3,7 milioni di due anni fa.
L’export di caffè verde ammonta a 2.395.288 sacchi: il 13,8% in meno rispetto al 2022 e quasi un milione di sacchi in meno rispetto al 2021.
I volumi di arabica e robusta sono analogamente in calo del 13,8% e 13,6%. In forte crescita invece (+27,8%) le vendite all’estero di caffè trasformato, che raggiungono un totale di 326.892 sacchi, in massima parte di solubile.
Ancora più marcato il calo nei primi 4 mesi dell’anno. Tra gennaio e aprile, l’export brasiliano è stato di poco meno di 11,1 milioni di sacchi: il 19,9% in meno rispetto al pari periodo 2022. E, addirittura, 4,1 milioni di sacchi in meno in confronto al 2021.
Le esportazioni di caffè verde registrano un -21,9%, a 9.844.700 sacchi. Arabica e robusta contribuiscono rispettivamente per 9.450.724 (-21,8%) e 393.976 sacchi (-24,6%).
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