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domenica 24 Novembre 2024
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Ferrara, ristoratori e baristi non trovano più personale: “Noi esercenti ci facciamo concorrenza per lo staff”

Giovanni Scalpini, fondatore e proprietario di bar che non chiudono mai: “Trovare personale? Una lotta. Potrei aprire altri cinque bar, non riesco perché non ci sono ragazzi che vogliano rimboccarsi le maniche. Una si è arresa qualche giorno fa, in questi giorni sto facendo colloqui per trovare una barista per il locale che si trova davanti alla Sapienza, l’agriturismo. Vedremo come va a finire, immagino già cosa mi dirà. C’è chi prende il reddito di cittadinanza, si è fatto i conti. Se stanno a casa prende gli stessi soldi, non ha spese magari per spostarsi. Ti guardano, ti dicono che preferiscono il reddito"

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La carenza di personale è un problema che attanaglia sempre di più il settore dell’horeca. Molti ristoratori e baristi non riescono più a trovare persone interessate al lavoro offerto. Alcuni candidati rispondono, sempre più spesso, che “si guadagna di più col reddito di cittadinanza”. Questo è il caso del bar 24, aperto tutto il giorno come suggerisce il nome, in cui trovare staff sta diventando esponenzialmente più arduo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’inchiesta pubblicata su Il Resto del Carlino.

La mancanza di personale a Ferrara

FERRARA – Si chiama bar 24, come le ore che segna la lancetta dell’orologio. Si trova sulla statale 16, è aperto giorno e notte, non stop. Il camionista si ferma e sa che lì troverà un panino con la mortadella, una birra e un sorriso. Qui hanno bisogno di personale come e più del pane. Giovanni Scapini, nato il 1961, nella sua unica vita è stato imprenditore edile, commerciante in Qatar di piastrelle e mobili di lusso (‘I clienti erano gli sceicchi, lì sono tutti sceicchi’, dice), adesso fondatore e proprietario di bar che non chiudono mai a Este, Verona, in provincia di Mantova, a Lonato del Garda (Brescia).

“Trovare personale? Una lotta. Potrei aprire altri cinque bar, non riesco perché non ci sono ragazzi che vogliano rimboccarsi le maniche. Una si è arresa qualche giorno fa, in questi giorni sto facendo colloqui per trovare una barista per il locale che si trova davanti alla Sapienza, l’agriturismo. Vedremo come va a finire, immagino già cosa mi dirà. C’è chi prende il reddito di cittadinanza, si è fatto i conti. Se stanno a casa prende gli stessi soldi, non ha spese magari per spostarsi. Ti guardano, ti dicono che preferiscono il reddito”. Racconta scenari che magari conoscono gli addetti ai lavori, quasi inverosimili.

“Un collega è venuto in uno dei miei bar, mi ha ‘rubato’ la cameriera. Ha detto che le dava 4 euro in più, è andata via. E’ una lotta, ci facciamo concorrenza tra noi per avere personale”.

La ragazza poi ci ha ripensato, è tornata sui suoi passi. Troppo tardi. “I giovani non hanno ambizioni”, parole che suonano come una sentenza. Non è aperto 24 ore su 24, ma è un’istituzione nel panorama della ristorazione, della pasticceria. Leon d’oro, vetrine con vista sulla piazza. Prendi un caffè, puoi anche pranzare. Marco Paganelli, il titolare, in pratica ci vive tra bancone e cassa. “Siamo qui dal 1972, abbiamo tagliato il traguardo dei 50 anni. Ha aperto mio padre, io in pratica sono nato qui”, afferma.

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