MILANO – L’Ico rifà i conti e scopre un situazione fortemente deficitaria sul mercato mondiale del caffè dell’annata trascorsa e di quella attuale. Il report per il mese di marzo – diffuso nel tardo pomeriggio di mercoledì 5 aprile – contiene la prima stima dell’Organizzazione londinese sull’annata caffearia 2022/23, nonché i dati riveduti e corretti relativi al 2021/22. Cifre che modificano sensibilmente il bilancio tra domanda e offerta e il conseguente outlook.
E che hanno contribuito, sin da ieri, a spingere al rialzo le borse del caffè, in particolare quella di New York.
Cominciamo dall’annata 2021/22. L’Ico ha alzato lievemente la sua stima sulla produzione, ma soprattutto ha aumentato considerevolmente la stima sui consumi.
La produzione mondiale per l’annata trascorsa è ora quantificata in 168,485 milioni di sacchi, di cui 94,248 di arabica e 74,237 di robusta.
Ciò rappresenta una flessione dell’1,4% rispetto ai 170,868 milioni prodotti nel 2020/21.
In forte ripresa, invece, i consumi, che sono stati pari a 175,605 milioni: oltre 7 milioni in più (+4,2%) rispetto al 2020/21.
Un’impennata a cui ha contribuito l’allentarsi dell’emergenza sanitaria globale e la forte ripresa dell’economia mondiale. Risultato: la stima sul deficit dell’annata trascorsa è ora di 7,12 milioni di sacchi.
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