sabato 21 Dicembre 2024
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Tè, nel nord ovest piace pronto, a est va la bustina ma nel consumo Roma batte Milano

Nello specifico, in Lombardia e in Veneto si opta per il fai-da-te e si acquista maggiormente il tè in formato bustina: entrambe le regioni annoverano infatti due province nella top 10 di quelle con la spesa maggiore per questa categoria di prodotto, rispettivamente Milano (2° posto) e Varese (10°), Padova (4°) e Verona (7°)

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MILANO – Esistono ben 1.500 tipologie differenti di tè e, secondo la FAO, ogni anno ne vengono bevuti circa 300 miliardi di litri, rendendo questa bevanda la più consumata al mondo dopo l’acqua. Ma quali sono le preferenze degli italiani in fatto di tè? Lo preferiscono caldo o freddo, nero o verde?  Le risposte arrivano da Everliil marketplace della spesa online – che ha analizzato gli ordini effettuati sul sito e via app nel corso del 2022, riscontrando interessanti curiosità sui gusti degli utenti del Bel Paese.

Inoltre, per esplorare le proprietà nutrizionali del tè e sfatare qualche falso mito sul suo consumo, Everli ha coinvolto la Dottoressa Francesca Maria Laguzzi, nutrizionista di MioDottore.

Regione che vai, tè che trovi: la mappa delle preferenze dello Stivale di Everli

In base ai dati di Everli, sembra che in alcune aree italiane si apprezzi particolarmente una fumante tazza di tè caldo mentre in altre si preferisca un più rinfrescante e pratico bicchiere di tè freddo già pronto.

Nello specifico, in Lombardia e in Veneto si opta per il fai-da-te e si acquista maggiormente il tè in formato bustina: entrambe le regioni annoverano infatti due province nella top 10 di quelle con la spesa maggiore per questa categoria di prodotto, rispettivamente Milano (2° posto) e Varese (10°), Padova (4°) e Verona (7°).

Al contrario, il tè in bottiglia è maggiormente consumato in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia: la classifica delle 10 località che più hanno speso per questa bevanda già pronta vede infatti una predominanza di province piemontesi e friulane, ossia Torino (2°) e Vercelli (7°), Trieste (3°) e Gorizia (9°).

Ex aequo in Emilia-Romagna, regione con due province presenti in entrambe le graduatorie. Eppure, se Bologna sembra apprezzare entrambi i formati – tanto da posizionarsi al 6° posto della classifica delle province con la spesa maggiore in tè in bustine e in 4° posizione per quello in bottiglia – Forlì-Cesena si schiera dalla parte dell’infuso tradizionale, mentre a Rimini si beve maggiormente la versione fredda e già pronta.

La top 10 delle province italiane in cui si spende di più per l’acquisto di tè in bustina

1. Roma (Lazio) 6. Bologna (Emilia-Romagna)
2. Milano (Lombardia) 7. Verona (Veneto)
3. Torino (Piemonte) 8. Genova (Liguria)
4. Padova (Veneto) 9. Forlì-Cesena (Emilia-Romagna)
5. Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 10. Varese (Lombardia)

 

La top 10 delle province italiane in cui si spende di più per l’acquisto di tè in bottiglia

1. Milano (Lombardia) 6. Pesaro e Urbino (Marche)
2. Torino (Piemonte) 7. Vercelli (Piemonte)
3. Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 8. Genova (Liguria)
4. Bologna (Emilia-Romagna) 9. Gorizia (Friuli-Venezia Giulia)
5. Bolzano (Trentino-Alto Adige) 10. Rimini (Emilia-Romagna)

 

Tè nero, l’infuso dal gusto British più acquistato nel Bel Paese

Gli italiani che preferiscono il tè in bustina sembrano tutti concordi sulla tipologia preferita: il tè nero. Infatti, se si guarda alle 10 province che secondo Everli hanno speso di più per questo formato, tutte nel 2022 hanno acquistato prevalentemente tè dal colore scuro e dal gusto forte e deciso.

Entrando maggiormente nel dettaglio, nelle province lombarde, emiliane e romagnole sembra esserci una predilezione particolare per i sapori speziati e fruttati propri della miscela di tè nero di Ceylon e di Assam, mentre in Veneto si beve maggiormente il tè nero aromatizzato al limone (il più acquistato dai veronesi) o al bergamotto (il preferito a Treviso).

Al secondo posto nel cuore – e nelle tazze – del Bel Paese c’è il tè verde, che con il suo sapore agrumato si è fatto spazio nei carrelli della spesa online, soprattutto a Milano, Trieste e Genova. Infine, c’è chi non vuole rinunciare a una tazza di tè ma neanche eccedere con la caffeina, per questo la terza tipologia di tè più acquistato su Everli è quello deteinato, comprato in particolar modo a Roma, Milano e Bologna.

Tè in bottiglia? Non solo limone o pesca, si fa spazio anche il tè verde

Nella sempre viva “lotta” tra chi preferisce il tè freddo al limone e chi quello alla pesca, sembra non ci siano dubbi: è il tè in bottiglia al limone a vincere.

Infatti, nella top 10 delle province che spendono maggiormente per l’acquisto di tè imbottigliato secondo Everli, sono sei le città a scegliere la versione al limone, mentre solo milanesi e bolzanini rientrano tra i sostenitori del tè freddo alla pesca. In questa speciale sfida tra tè in bottiglia, però, compare anche un rivale inaspettato: il tè verde, in cima alla lista della spesa a Bologna e a Pesaro-Urbino.

Tra benefici e falsi miti: tutta la verità sul tè

Come spiega la nutrizionista di MioDottore, la dottoressa Francesca Maria Laguzzi, il tè gode di sostanze estremamente positive per l’essere umano, come polifenoli, in particolare catechine e flavonoli, che “hanno la capacità di alterare la patogenesi di alcune malattie grazie alle loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiproliferative, antibatteriche e antivirali”. Nello specifico, “il consumo di tè è associato a una riduzione delle patologie cardiovascolari, alla modulazione della glicemia, alla promozione della digestione, a un effetto tonico e alla protezione da patologie neurodegenerative”, commenta l’esperta.

Forse è proprio perché si tratta di una bevanda con molti benefici per l’organismo e consumata fin dall’antichità che, negli anni, attorno al tè si sono creati alcuni falsi miti.

A questo proposito, la nutrizionista di MioDottore fa luce su 5 credenze ricorrenti:

  1. Il tè non fa dimagrire ma, poiché più salutare di altre bibite zuccherate o gassate, è possibile annoverarlo tra le bevande “dietetiche”, sempre che non venga arricchito con zucchero, miele o sciroppi.
  2. Bere tè con il limone non ne potenzia gli effetti positivi, può però essere un buon espediente per stimolare la funzionalità epatica, soprattutto se consumato appena alzati prima della colazione.
  3. Il tè deteinato non è sempre la scelta più salutare, perché potrebbe essere prodotto tramite l’utilizzo di solventi non propriamente salutari.
  4. Il tè verde non è per tutti, anzi può interferire con il metabolismo di determinati farmaci, poiché le catechine in esso presenti inibiscono degli enzimi, come il CY3A4.
  5. Il tè non è dannoso per la salute epatica, o meglio, le normali quantità di assunzione non ne compromettono la funzionalità, ma è bene non esagerare: la presenza di tannini può interferire con la corretta assunzione del ferro, soprattutto se lasciato a lungo in infusione.
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