Sei introverso? Evita il caffè prima di un incontro importante. E’ quanto emerge dall’ultimo libro dello psicologo Brian Little “Me, Myself, and Us”. L’esperto di scienza della personalità, intervistato sul New York Magazine, spiega perché l’assunzione di caffeina potrebbe essere controproducente.
Mentre le persone più estroverse con due tazze di caffè in corpo rendono di più, per i più timidi non è così soprattutto se si trovano a gestire situazioni sotto pressione in cui devono snocciolare previsioni di budget, analisi dei dati o risposte in rapida successione.
La teoria dell’introversione affonda le radici in uno studio di Hans Eysenck e William Revelle della Northwestern University. E’ basata sulla diversa reazione cerebrale all’ambiente. Secondo questa teoria gli introversi sono sopra il livello ottimale, cioè più sensibili agli stimoli, e gli estroversi sono sotto il livello ottimale.
Ecco perché si può prevedere che la performance del timido è compromessa se è troppo esposta a stimoli esterni di varia natura, eccitanti come il caffè, che lo allontanano da quel livello di lucidità.
Lavorano molto meglio in circostanze calme, senza rumori o folle intorno. Parlano meno ma sanno ascoltare meglio per tradurre aspettative e bisogni di un cliente, se ad esempio lavorano come venditori.
Ovviamente, spiega Little, le personalità non sono caratterizzate e profilate in modo così netto: gli introversi sanno anche trasformarsi e diventare estroversi, a seconda della situazioni che si trovano ad affrontare.
Rimedi? Semplice: prima di un evento importante invece che far scorta di caffè, Little consiglia di leggere un libro o fare una passeggiata.
Niente più caffè? No, lo si può bere in tarda mattinata, una volta finita la riunione importante.