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venerdì 22 Novembre 2024
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Simon Kucher: “Nel food&beverage, frenata dei consumi: riduzione della spesa per il 40% degli italiani”

L’86% delle famiglie italiane preferisce acquistare brand sostenibili e il 44% dei consumatori appartenenti alla Generazione X e ai baby boomers in Italia hanno cambiato significativamente le loro abitudini di consumo. La ricerca mette in luce che il 43% dei clienti è disposto a pagare un prezzo più alto per acquistare prodotti sostenibili, percentuale che cresce al 68% se l’aumento è moderato

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MILANO – Nel settore del food&beverage il 48% degli operatori del settore prevede una performance 2023 peggiore rispetto al 2022, attendendo un rialzo dell’inflazione al consumo fino all’8.8%. Nel corso dell’anno circa il 40% dei consumatori italiani prevede di ridurre la spesa e la frequenza di acquisto – soprattutto dolciumi e bevande alcoliche – con una conseguente minore fedeltà ai brand e successiva sostituzione di gran parte di essi con private label. È quanto emerge dallo studio “Trend food&beverage nel 2023” di Simon Kucher, società di consulenza strategica, riconosciuta come leader mondiale nella consulenza sul pricing.

La ricerca di Simon Kucher

Secondo la ricerca, nel 2023 tra il 37% e il 47% degli italiani si rivolgerà a brand e negozi meno costosi o smetterà di acquistare determinati prodotti. L’82% degli operatori prevede infatti un aumento delle vendite di private label a discapito dei marchi più famosi. A ciò si aggiunge l’evidenza che i consumatori non sono pienamente soddisfatti dei prodotti attualmente offerti con la diretta conseguenza della sempre più sentita necessità da parte delle aziende di innovare, soprattutto nel comparto degli alimenti confezionati e freschi.

Alla luce dell’attuale contesto gli operatori food&beverage devono quindi far fronte ad alcune sfide quali il rallentamento economico, margini e profitti più bassi, minore fedeltà ai brand, nuove abitudini ed esigenze dei consumatori.

Le strategie di mercato

 Il 2023 è l’anno del consumer first e da ciò ne deriva che le aziende del settore sono chiamate a progettare innovative strategie consumer-centric concentrandosi su 3 principali aree di investimento:

Prodotto

Per rispondere all’85% dei consumatori in tutto il mondo che nell’ultimo anno ha adottato abitudini di consumo più green, il settore F&B dovrà abbracciare scelte che vadano in questa direzione.

L’86% delle famiglie italiane preferisce acquistare brand sostenibili e il 44% dei consumatori appartenenti alla Generazione X e ai baby boomers in Italia hanno cambiato significativamente le loro abitudini di consumo. La ricerca mette in luce che il 43% dei clienti è disposto a pagare un prezzo più alto per acquistare prodotti sostenibili, percentuale che cresce al 68% se l’aumento è moderato.

Da questo deriva la necessità di pensare a nuovi format, nuovi canali e nuovi prodotti. Il 65% dei consumatori sceglie infatti cosa acquistare in base alla sostenibilità della confezione e il 19% è pronto a rinunciare a un prodotto se non è sostenibile.

Personalizzazione

 La pressione sui margini rende critico allocare efficacemente le risorse di marketing su azioni mirate, le aziende devono quindi concentrarsi sul fornire messaggi minimalisti e touchpoint interattivi attraverso personalizzazione, video marketing, automazione e partnership.

Queste ultime sono considerate dal 76% delle realtà un elemento centrale nella strategia di mercato. Le collaborazioni tra brand possono svilupparsi sotto molteplici forme, dalle campagne marketing congiunte, a packaging e brand comuni, fino allo sviluppo congiunto di nuovi prodotti. I co-branding nel settore del F&B rappresentano un’opportunità per innovare il portafoglio e incrementare le vendite.

Dal punto di vista del pricing, il prezzo dei beni esposti a scaffale sarà di importanza critica per il 36% degli operatori del settore. Numerosi player della GDO ha già adottato la strategia dei prezzi dinamici aumentando i margini fino al 3% e gli sprechi fino al 40%.

Coinvolgimento

Per gli operatori del settore è diventato indispensabile adottare un approccio multicanale per integrare nuove opzioni di acquisto su piattaforme online e social media, offrendo un’esperienza personalizzata e integrata su tutti i canali. In Italia si prevede infatti che nel 2023 le vendite online nel settore alimentare raggiungeranno i 2,9 miliardi di euro (+12,1%) e in quello delle bevande circa 1 miliardo (+11,8%).

Tra gli strumenti volti a coinvolgere il proprio pubblico acquisiscono particolare rilevanza i programmi fedeltà, nei quali sono già coinvolti quasi il 43% degli italiani. Il 68% dei consumatori, infatti, acquista di più dai brand di cui è iscritto a una qualsiasi forma di loyalty.

“Anche se le previsioni indicano che quest’anno l’Italia eviterà la recessione, si stima che nel 2023 il PIL crescerà solo dello 0.4%. In un contesto di mercato sfidante, le aziende devono adeguarsi adottando nuove strategie per acquisire clientela” commenta Francesco Fiorese, partner e managing director di Simon Kucher Italia. “La tecnologia gioca un ruolo fondamentale: l’analisi dei big data permette di identificare le tendenze attuali anticipando quelle future; prevedere la domanda fornisce il vantaggio competitivo per adeguare i prezzi in modo dinamico; il metaverso e gli NFT rendono possibile raggiungere nuovi clienti affermando la propria presenza anche nel mondo digitale”.

La scheda sintetica di Simon-Kucher

Simon-Kucher è una società di consulenza strategica globale, riconosciuta come leader mondiale nella consulenza sul pricing. Fondata a Bonn in Germania nel 1985 e presente in Italia dal 2007, Simon Kucher è oggi una realtà globale con un fatturato di oltre 500 milioni di euro (al 31/12/2022) e oltre 2000 professionisti dislocati in 27 Paesi nel mondo.

Le attività della società si concentrano in particolare in ambito di strategia commerciale, marketing, pricing e vendite seguendo un approccio unico, denominato TopLine Power, che punta a supportare lo sviluppo dei clienti lavorando sull’incremento dei ricavi e degli utili, anziché sul taglio dei costi.

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