Il progetto punta a rilanciare l’editoria cartacea italiana grazie alle vendite dei giornali all’interno dei bar caffetterie e alle consegne a domicilio. L’obiettivo è quindi quello di avvicinare i prodotti editoriali ai consumatori. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Francesco Malfetano e Francesco Pacifico pubblicato su La Repubblica.
Il governo accorcia la distanza tra bar e giornali
MILANO – Vendite nei bar e consegne a domicilio per giornali e riviste. Il governo prepara un nuovo piano per sostenere il mondo dell’editoria. E in particolare quell’ultimo miglio della notizia che, in epoca di digitalizzazione serrata, è sempre meno rappresentato dalle edicole. Numeri alla mano infatti, non ce n’è neppure una in un comune italiano su quattro. E in un terzo dei centri del Belpaese ce n’è soltanto una.
Inevitabile quindi che per il governo qualcosa debba cambiare. “Dobbiamo trovare il modo di accorciare le distanze tra prodotti editoriali e consumatori” spiega in proposito il sottosegretario con delega all’Editoria Alberto Barachini.
Le continue chiusure, soprattutto dei chioschi nelle grandi e nelle medie città, costringono i lettori a dover percorrere diversi chilometri per acquistare il giornale. Si tratta soprattutto di over60 che spesso, scoraggiati, desistono.
E quindi, anche se “le risorse per gli edicolanti verranno confermate”, ora si ragiona sul legare “i sostegni ad attività innovative come i servizi di delivery”. Per Barachini “una consegna porta a porta, sovvenzionata in parte appunto dai contributi, riavvicinerebbe ai quotidiani moltissime persone che oggi con la chiusura delle edicole sono state costretti ad interrompere le loro abitudini di lettura, incidendo in maniera non marginale sul calo delle copie”.
In pratica si tratterebbe di far entrare nel circuito delle consegne a domicilio anche quotidiani e riviste, come già avviene per la stragrande maggioranza dei negozi di vendita al dettaglio, che si tratti di supermercati o di farmacie.
“Sono convinto che dobbiamo sostenere le edicole e aiutarle a guardare avanti e ci stiamo lavorando”, è il messaggio del sottosegretario, fermamente intenzionato a non tagliare fuori gli edicolanti. A patto però che siano disposti ad innovarsi.
Come spiega una fonte tecnica al lavoro sul dossier infatti, tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella di trasformare gli edicolanti in distributori attivi. Cioè in presidi sul territorio che si occupino di far arrivare le copie da vendere direttamente nei bar o in altri esercizi commerciali.
“Quante copie si venderebbero ogni giorno nelle case di cura per anziani?” ci si domanda. Soluzioni alternative oggi più che mai necessarie. Anche se, a sorpresa, la crisi degli edicolanti sembra aver registrato un rallentamento.
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