MILANO – La ripresa dei prezzi sui mercati internazionali avvenuta a partire dall’inizio dell’anno sta compensando, almeno in parte, le perdite subite dai produttori della Costa Rica a causa dell’epidemia di ruggine del caffè.
Secondo dati citati dal quotidiano La Nación, circa il 40% del raccolto 2014/15 è stato collocato sui mercati a un prezzo medio superiore ai 200 dollari per sacco da 46 kg (quintal). Va ricordato che, da gennaio a oggi, il prezzo per quintal, determinato in base alle quotazioni della borsa newyorchese, è oscillato tra un minimo di 111,50 e un massimo di 221,9 dollari.
Rónald Peters, direttore dell’Istituto del caffè della Costa Rica, ritiene che i prezzi del caffè verde rimarranno su livelli elevati per almeno un paio di anni ancora. Ed è opinione degli operatori locali, che tale ciclo rialzista lenirà, almeno in parte, i danni economici causati dalla roya e contribuirà a sostenere gli investimenti necessari per la difesa fitosanitaria e per l’introduzione di varietà resistenti.
La Nación cita il caso di un produttore della regione di Alajuela, il cui raccolto si è più che dimezzato l’anno scorso a seguito degli attacchi della grave malattia fungina causata dall’Hemileia vastatrix.
Un aiuto importante ai produttori giunge dalle cooperative, che riescono a collocare il caffè sul mercato a prezzi migliori e sono in grado di negoziare i finanziamenti con maggiore potere contrattuale.
Il governo costaricano ha adottato inoltre misure specifiche a favore del settore (in particolare crediti agevolati), che unite ai migliorati prezzi internazionali dovrebbero consentire ai caffeicoltori di risollevarsi a partire dalla prossima stagione di raccolto.