mercoledì 18 Dicembre 2024
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Così Luckin Coffee, il colosso delle caffetterie cinesi, punta a riconquistare Wall Street

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MILANO – Luckin Coffee sta tornando ai fasti di un tempo, perlomeno in termini di espansione della rete. E l’obiettivo della riammissione alla quotazione in qualche importante mercato finanziario (forse lo stesso Nasdaq) non appare più così improbabile. L’ex catena dei miracoli – uno degli “unicorni” cinesi più in vista alla fine del decennio scorso – fece la sua entrata trionfale a Wall Street nel 2019, appena due anni dopo la fondazione.

Un successo travolgente, reso possibile da un modello di business moderno e originale – basato soprattutto sul takeaway e sui pagamenti cashless – che ne fece un’alternativa trendy e più a buon mercato alle grandi catene straniere, a cominciare da Starbucks.

Ma la sua parabola fu di breve durata. Già nel 2020, travolta da uno scandalo contabile (utili gonfiati), Luckin veniva infatti esclusa dalle contrattazioni.

E condannata a pagare una multa da 180 milioni di dollari alla US Securities and Exchange Commission, l’autorità Usa di vigilanza dei mercati finanziari.

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