TORINO – I dipendenti chiedono di calare il sipario sull’ultima gestione del locale storico datato 1875. Può apparire paradossale, ma sono proprio i dipendenti, 24 su 28, ad aver presentato al Tribunale un’istanza collettiva di fallimento.
La speranza, spiegano, è che una fine rapida possa accelerare una ripresa veloce dell’attività e che uno dei locali simboli di Torino – che nei mesi invernali ha entrate per 10mila euro al giorno – possa continuare a vivere.
Negli ultimi mesi infatti la situazione è peggiorata. Da maggio i trenta lavoratori li pagano a singhiozzo o con piccoli acconti.
Il racconto dei dipendenti
“Ci sono stati episodi che mi hanno convinto che la situazione non si poteva più correggere. Prima mi hanno consegnato una lettera in cui si diceva che ero sospeso, dopo mi hanno reintegrato, ma era solo una tregua. In seguito la situazione è precipitata e ho deciso di andarmene”. I racconti degli altri dipendenti non hanno toni molti diversi.
Una ragazza, anche lei impiegata altrove da qualche giorno, racconta “quando sono scaduti i contratti non abbiamo avuto la riconferma”.
Questi i resoconti. Gli ordini erano fatti per lo stretto indispensabile e pagati alla consegna.
Ora a chiedere che la vicenda si risolva sono i dipendenti .