BOLOGNA – Ha un nome parlante, il Senza Nome, il bar gestito da sordi che ha aperto recentemente le porte a Bologna. Con il proposito di diventare un punto d’incontro per non udenti, ma anche un modello di riferimento per «l’integrazione tra cibo e cultura e l’incrocio di linguaggi differenti».
Senza nome: udenti e non udenti possono ordinare il caffè
Così come il cappuccino, la birra e perfino il mojito utilizzando la LIS, la Lingua Italiana dei Segni: Della quale ci sono apposite foto di spiegazione attaccate sulla porta di ingresso.
Il Senza nome nasce dall’idea di due ragazzi sordi, Alfonzo Marrazzo e Sara Longhi. Assieme, dopo aver lavorato in passato all’organizzazione di eventi per persone non udenti, hanno pensato di risolvere attraverso l’apertura del bar le numerose difficoltà incontrate negli anni per il reperimento dei fondi destinati alle loro attività culturali.
I due giovani puntano sulla possibilità di muovere e far circolare idee e pensieri
Attraverso l’incrocio di linguaggi diversi come quello sonoro e quello visivo, dando al loro locale un taglio marcatamente “fusion”. Il “Senza nome ospita infatti mostre, concerti, djset; presentazioni di libri, corsi di yoga e shiatsu e serate a tema. Nonché dispone di una connessione wi-fi gratuita per tutti i clienti.
Per chi volesse dunque cimentarsi con la LIS, ottenendo anche il vantaggio di ricevere uno sconto sulla consumazione, il “Senza nome” si trova in pieno centro a Bologna.