MILANO – Igor Nuzzi Regional Director Italia e Svizzera Lavazza, ha risposto ad alcune domande in occasione dell’evento di celebrazione dei 10 anni di collaborazione tra la torrefazione torinese e il mondo dello sport, per la seconda volta a Torino con gli ATP Finals. Un’occasione per raccontare le strategie green dell’azienda. E non soltanto.
Nuzzi ottimista sul trend del caffè e l’andamento del mercato
“Vedo un po’ tutti pessimisti a riguardo. Invece io sono un po’ più ottimista sui beni alimentari e i numeri mi stanno dando ragione: il mercato del caffè nei primi dieci mesi dell’anno (dal primo gennaio al 31 ottobre) sta facendo a volume -4,2 e +5,9 a valore. Considerando che è un mercato che da anni perde a volume perché c’è un processo di conversione dalla moka e al roast and ground al porzionato, ed è fisiologico il calo di volume già in precedenza. A livello di valore il mercato era piuttosto flat e oggi cresce quasi del 6%. Ciò significa che, nonostante il fenomeno dell’inflazione, le persone continuano ad acquistare come prima i beni alimentari, in particolare il caffè.
Meno fedeltà verso i brand e le insegne
Sappiamo in generale che il livello di fedeltà diminuisce sia verso i brand sia per le maggior insegne del modern trade. Il consumatore è sempre più multicanale e meno legato al marchio. Ma Lavazza è soddisfatta e chiude un anno positivo, mantenendo la leadership assoluta sul canale domestico e guadagnando per la prima volta la stessa posizione a valore nell’horeca e fuori casa.
Per quanto riguarda il retail: il mondo del single serve continua a crescere. Ormai il 40% degli italiani possiede una macchina a capsule in casa. A livello di fatturato le capsule valgono il 46% superando quasi il sistema di Roast & Ground. Lavazza, con A Modo Mio, continua a mantenere una leadership incontrastata perché abbiamo oltre 60 punti di quota.
Arriva la Barista Technology, le capsule compostabili: possiamo soltanto fare meglio.”
Connubio arte e sport per Lavazza
Igor Nuzzi risponde: “Siamo legati al mondo dello sport con cui condividiamo determinati valori come la lealtà e la collaborazione. È un canale che ci lega ai giovani, sempre più difficili da intercettare. Oggi il modo di comunicare è diverso, non si arriva più a loro con la televisione ma attraverso il gaming, il gioco, gli eventi.
Quale migliore occasione se non collaborare con lo sport e il tennis: abbiamo iniziato oltre 10 anni fa, con più di 10 milioni di caffè serviti. Promuoviamo anche l’arte e la cultura in tutte le sue forme, abbinandola al mondo della sostenibilità ambientale. Siamo spesso portavoce di alcuni atti universali: esempi a Veneziae a Torino, ToWard 2030 progetto sociale con il quale abbiamo portato i Global Golden Nazioni Unite nelle vie principali di Torino con la street art. Poi il nostro calendario e “Yes we’re open!”. Siamo molto legati al mondo dello sport e dell’arte, per noi due asset fondamentali.”
Ancora sulla sostenibilità, Igor Nuzzi: quali sono i progetti di Lavazza?
“Continuiamo nel nostro percorso di sostenibilità che guida tutti i nostri processi e l’innovazione. Nel futuro si andrà sempre di più nella direzione di prodotti con zero impatto sull’ambiente. Abbiamo una road map per il packaging totalmente sostenibile, riutilizzabile, riciclabile entro il 2025 e stiamo lavorando sulla Carbon neutrality. L’esempio è il nuovo sistema A Modo Mio e le capsule che sono a zero emissioni CO2 così come lo sono quelle compatibili Nespresso in alluminio, lanciate qualche mese fa.
Recentemente uno studio di GS1 insieme alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa ha condotto un’indagine su una serie di aziende che lavorano con il modern trade sulla circolarità: Lavazza è uscita come azienda virtuosa che lavora con un livello di circolarità molto elevato.
Il dinner show nella nostra sede centrale ne è un altro esempio: siamo partiti dal caffè per realizzare il campo da tennis all’interno della centrale di Nuvola, caffè destinato al macero e riutilizzato. Abbiamo fatto firmare dai tennisti 16 zolle che verranno messe in vendita online, e il ricavato andrà in beneficienza con Save the children per i bambini delle scuole del quartiere Aurora dove ha sede il nostro quartiere generale.
Prodotti, processi e way working quotidiano: la sostenibilità è nei nostri pensieri.
Non soltanto parole: siamo fieri di avere la certificazione da istituti prestigiosi come GS1, intermediario tra industria e e distribuzione. Un riconoscimento importante per Lavazza.”
Come si evolvono i consumi e le abitudini?
Igor Nuzzi: “Guardiamo a ciò che succederà: durante la pandemia molti hanno iniziato ad acquistare macchine single serve e si sono abituati a consumare tazzine di alta qualità e ciò li ha resi molto esigenti anche nei confronti dei baristi. Spesso nei pubblici esercizi si chiede di bere qualcosa di diverso. Anche nel fuori casa alcuni baristi ora affiancano una seconda miscela o una monorigine che vogliono raccontare.
Sempre più per spostare il consumatore dal single serve alla tazzina del bar, è necessario dargli delle motivazioni valide. Il barista quindi sta iniziando con lo storytelling delle origini, delle tecniche di estrazione. Il mondo si sta evolvendo nella direzione che ci piace.
La ricerca di prodotti di maggiore qualità raccontati nel miglior modo possibile
Esiste una parte più evoluta dei consumatori che sta andando verso le superautomatiche con il caffè in grani: cifre importanti e grande tendenza su questo campo. Noi vendiamo anche macchine di caffè e vediamo che tanti si spostano verso questi modelli.
Si vuole diventare baristi a casa. L’effetto smartworking ha cambiato un po’ le abitudini di consumo. C’è anche una parte di Slow Coffee che ancora si rivolge a pochi, più tipico dei Paesi Nordici e dell’Australia e che ora si sviluppa anche in Italia, insieme allo specialty coffee. Stanno crescendo questi fenomeni.”
Nuovi prodotti e miscele per l’anno prossimo?
“Si. L’innovazione per noi è fondamentale. Tutto ciò che vedete avrà impatto nullo sull’ambiente. Eccellenza nell’innovazione e sostenibilità.”
E cosa dice Igor Nuzzi sull’espresso all’estero?
“E’ il concetto che vogliamo portare fuori dall’Italia è quello di espresso italiano. L’Espresso Land è un’occasione per comunicarlo al di fuori dei propri confini: questa è una vetrina internazionale per Lavazza e per la città di Torino. Vogliamo portare questo ed è nel nostro dna.”
Sostenibilità sulla filiera?
“Con la nostra Fondazione Lavazza abbiamo 32 progetti in 22 Paesi di tutto il mondo. Tierra è il frutto di questo lavoro: cercare di operare per migliorare le condizioni economiche, sociali e ambientali dei coltivatori nei vari Paesi produttori. Creiamo valore a partire dal terreno del coltivatore. Tierra for Africa per esempio è un progetto tramite cui aiutare, con iniziativa formative, i coltivatori africani. Facciamo da subito crescere il contadino verso il sviluppo, sostenendoli.”