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Cecafé: vola l’export brasiliano verso l’Italia

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MILANO – Calano a ottobre gli imbarchi del Brasile: secondo i dati di Cecafé, l’export brasiliano di caffè in tutte le forme sono ammontate, il mese scorso, a 3.471.370 sacchi: -3,2% rispetto a un anno fa e oltre un milione di sacchi in meno rispetto al dato record del 2020. L’export di caffè verde è in flessione del 2,8%, a 3.177.361 sacchi.

I volumi di arabica sono in crescita del 3,3%, a 3.066.686 sacchi, riflettendo la parziale ripresa produttiva di quest’anno.

Sempre in caduta libera invece le esportazioni di robusta, che diminuiscono del 63,3%, nonostante un raccolto da record.export brasilianoA determinare questa situazione apparentemente paradossale, la forte domanda per la varietà meno pregiata da parte dell’industria brasiliana, che ha fortemente ridotto la disponibilità esportabile. In ulteriore calo (-7,2%) anche le vendite all’estero di caffè trasformato, che scendono a 294.009 sacchi, in massima parte di solubile.

Nei primi 10 mesi dell’anno, l’export brasiliano è stato di 32.294.205 sacchi (-3,6%)

il volume più basso dal 2018. Vola invece il fatturato (+56,8%), che raggiunge il valore senza precedenti di 7,6 miliardi di dollari.export brasilianoLe esportazioni di caffè verde si attestano a 29.136.704 sacchi, in flessione del 3,7%. Ma gli imbarchi di arabica risalgono a 27.803.493 sacchi, in ripresa del 3,5%.

Le quantità esportate di robusta sono invece pari ad appena 1.333.211 sacchi (-60,7%): oltre 2 milioni in meno rispetto all’anno scorso.

Le esportazioni di caffè trasformato infine sono minori del 3,1% rispetto a un anno fa risultando pari a 3.157.501 sacchi.

I dati disaggregati per paese evidenziano una forte ripresa delle esportazioni verso l’Italia, che crescono del 15,51% risalendo a 2.759.710 sacchi.Davanti al nostro paese, gli Usa, verso i quali sono stati esportati quasi 6,6 milioni di sacchi (+1,38%) e la Germania con oltre 5,7 milioni (+4,45%). Alle nostre spalle, il Belgio (+8,96%), il Giappone (-26,09%) e la Colombia (+44,41%), che rappresenta ormai il sesto mercato del caffè brasiliano.

Tra i porti di destino prevale Amburgo, con oltre 3 milioni di sacchi. Dietro, quasi appaiate, Anversa e Brema. Genova è sesta, preceduta dai porti statunitensi di New Orleans e New York.Il presidente di Cecafé Günter Häusler ha sottolineato il permanere di difficoltà logistiche e costi elevati, che incidono negativamente sugli imbarchi e i commerci.

Come già detto, i proventi dell’export brasiliano hanno raggiunto livelli senza precedenti, in virtù di un forte aumento del prezzo per sacco, che ha raggiunto, tra gennaio e ottobre, una media di 235,49 dollari: un incremento del 62,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

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