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venerdì 22 Novembre 2024
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Triestespresso, l’assessore comunale Giorgio Rossi: “Stando uniti, la città può crescere nella sostenibilità”

L'assessore alla Cultura anche in rappresentanza del sindaco del capoluogo giuliano: "Finalmente la città è diventata consapevole che, se non c'è la sinergia, l'unione di intenti e se si esce invece dalle micro gelosie in cui ciascuno vuole ottenere il proprio risultato, Trieste può crescere"

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TRIESTE – Nell’ambito della conferenza d’apertura della fiera di Triestespresso, il giorno dell’inaugurazione ha preso il microfono l’assessore alla Cultura e alle Politiche del turismo Giorgio Rossi, anche in rappresentanza di Roberto Dipiazza, sindaco della città. L’assessore ha raccontato come si sia sviluppata la realtà locale attorno all’importante filiera del caffè, attraverso investimenti e collaborazioni strategiche tra diversi enti. Ecco le parole di Rossi.

“Trieste, polo del caffè”

“Abbiamo parlato sin qui di una situazione complicata che si è concentrata sulla filiera, discutendo di ciò che succede in Brasile nel caso in cui piova e meno.

Il caffè ha un consumo assolutamente importante per il nostro Paese, che ne beve quasi quanto negli Stati Uniti e siamo dunque preoccupati dal contesto attuale che interessa tutti gli altri settori oltre al nostro.

Tuttavia, sullo stesso piatto della bilancia vediamo il progetto SISSI, la bioeconomia. Confesso che questo ci ha fatto guardare al di là della crisi che stiamo passando – come altre che abbiamo affrontato prima – ed è un elemento di bilanciamento: la ricerca e gli studi, ci proiettano verso un mondo nuovo in cui si osserva non soltanto l’aspetto economico ma anche quello ambientale.

Argomenti che stanno a cuore ai nostri giovani: abbiamo letto anche di atti estremi in segno di protesta, vernici gettati su opere d’arte. Certo non si dovrebbe giungere a questo punto, ma è un gesto per portare l’attenzione su qualcosa di diverso dall’aspetto speculativo, economico e produttivo.

A Trieste abbiamo il vantaggio che, da un po’ di tempo insieme alla cittadinanza e agli enti, stiamo emergendo dalla staticità

Oggi esistono sinergie e investimenti: abbiamo le armi, la forza per risorgere. Non ho mai assistito così come in questi ultimi anni, ad un tale rapporto tra i vari enti.

Oggi ciò che è stato realizzato all’interno di una delle Fiere del caffè più importanti al mondo, è frutto di una scommessa sul Centro congressi straordinaria. Che ha consentito di porre le basi di ciò che saranno le future prospettive, come ad esempio le proposte presentate da Paoletti presidente della Comera di Commercio al Comune: un programma di Fiere sostenuto dalle tasse di soggiorno.

Finalmente la città è diventata consapevole che, se non c’è la sinergia, l’unione di intenti e se si esce invece dalle micro gelosie in cui ciascuno vuole ottenere il proprio risultato, Trieste può crescere.

Siamo di fronte a una realtà molto importante, frutto di una scelta saggia di investimento nel Porto Vecchio dal punto di vista strutturale pubblico – che è fondamentale per dimostrare ai privati che cosa si può fare – e la Regione ci seguirà acquisendo degli edifici in cui stabilire le proprie sedi.

Un punto qui di riferimento

Sono passati i lavori nel magazzino 26, una parte della quale sarà pronta e verrà rilanciata nel 2023 con sale espositive. Diventerà il terzo polo espositivo triestino dopo il Museo Revoltella e il Salone degli Incanti.

Di fronte, la centrale idrodinamica che attualmente sta ospitando l’azienda sanitaria per gestire ancora gli effetti del Coronavirus, ma che ci auguriamo che dal prossimo anno si trasformi nel Museo del commercio e del caffè.

Del commercio perché, essendo occupato il Palazzo Dreher per altri usi, verrà spostata nella centrale idrodinamica a seguito della donazione fatta al Comune.

E poi del caffè: non solo un’esposizione di macchine del caffè antiche, ma un vero e proprio punto di riferimento per le attività di ricerca e di sinergie per l’intero settore.

Le prospettive quindi sono buone, dobbiamo continuare con ottimismo e affronteremo i problemi come tutto il mondo, quelli economici, del rincaro dei consumi e dell’energia, perché abbiamo seminato molto negli ultimi anni e ora dobbiamo raccogliere i frutti.

Per quello che riguarda l’energia concludo con un aneddoto: 35 anni fa, in Brasile ho visto che utilizzavano il caffè molto bene come sottofondo stradale al posto della ghiaia e dell’isolamento. Quindi in questa filiera anche da parte di chi produce, c’è l’idea di non sprecare le eccedenze.”

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