MILANO – La sostenibilità è uno dei temi che più interessa le aziende, anche quelle collegate al settore horeca. Ogni giorno vengono organizzate tante iniziative per trovare soluzioni efficaci a problemi sociali e ambientali. Ma un obiettivo così ambizioso non è semplice da raggiungere. Molti fattori devono essere presi sotto attento esame: in un mondo sempre più interconnesso come il nostro è necessario adottare una linea di pensiero comune attingendo a piene mani alle esperienze, alle competenze e alle risorse di tutte le grandi aziende. Con l’Università Bocconi di Milano in prima fila e dove è in corso il Salone della CSR e dell’innovazione sociale.
Maurizio Giuli al Salone della CSR e dell’innovazione sociale
E quale luogo migliore per ottenere questo risultato se non al Salone? Dal 2013 questa iniziativa è uno degli appuntamenti più attesi non soltanto da chi crede nella sostenibilità ma, soprattutto, da chi ogni giorno progetta e lavora per raggiungerla.
Ecco quindi che, nella tavola rotonda “Sostenibilità e lotta allo spreco, un impegno per tutta la filiera” condotta nella sede principale della Bocconi in via Guglielmo Roentgen, si è cercato martedì 4 ottobre di trovare una soluzione ai problemi che attanagliano l’ambiente, il nostro pianeta e, di conseguenza, il nostro futuro.
Tra i relatori c’era Maurizio Giuli. L’executive for corporate strategy Simonelli Group, ha partecipato al dibattito insieme a Paola Bertocchi responsabile sostenibilità Camst Group, Marta Casella CSR Manager Carrefour, Alfio Fontana Corporate Partership & CSR Manager Humana People to People Italia e Marianna Palella ceo & founder Citrus l’Orto Italiano. L’evento è stato coordinato da Tommaso Perrone, direttore responsabile LifeGate.
Sostenibilità e obiettivi di Simonelli Group
Maurizio Giuli prende la parola presentando l’obiettivo di Simonelli Group nella sostenibilità ambientale: “Simonelli Group prende con grande serietà il suo proposito per contribuire alla creazione di un mondo più sostenibile. L’approccio dell’azienda si concretizza soprattutto sul concetto di riduzione dello spreco: è nostro preciso obiettivo quello di diminuire il consumo non necessario di materie prime e plastica oltre che di energia.”
Giuli aggiunge: “La nostra azienda è piccola ma abbiamo iniziato a muovere i primi passi contro lo spreco dell’energia da oltre dieci anni. Nel corso del tempo abbiamo messo in atto alcune soluzioni pratiche. Per esempio come l’eliminazione delle colle al silicone che in produzione veniva utilizzato per il fissaggio di alcune parti che poi risultavano difficili da disassemblare. Inoltre abbiamo sostituito le viti autofilettanti con quelle metriche perché non potevamo immaginare dopo 5 o 10 anni, come con la ruggine risultava pressoché impossibile svitarle.”
Continua il manager marchigiano: “In Simonelli Group abbiamo posto grande attenzione all’impatto ambientale nel ciclo della macchina per il caffè professionale. Il 94% dell’impronta ambientali della macchina viene generata dall’energia elettrica utilizzata nei bar, per fare caffè e cappuccini. Perciò era chiaro che dovevamo intervenire su questo aspetto. Solo in Italia mediamente si producono e vengono immesse sul mercato 200.000 macchine professionali. E si può stimare che il parco macchine installate a livello mondiale sia di un milione e mezzo di unità. Questo significa che queste attrezzature generano un impatto ambientale di 5,9 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti. Capite così l’importanza che ha per il nostro settore agire sull’eliminazione delle spreco di energia”.
Ha proseguito il manager: “Proprio a seguito di queste analisi Simonelli Group ha avviato un intenso programma di ricerca in collaborazione con alcune università: il Politecnico delle Marche, il Politecnico di Milano e l’Università di Camerino.
Giuli è poi entrato nel dettaglio tecnico: “Una macchina media per l’espresso da bar con tecnologia tradizionale assorbe l’equivalente del consumo energetico di 4/6 famiglie, a seconda dell’intesità dell’uso. Tradotto significa che una macchina da caffè può arrivare a consumare 12-15 MegaWh di elettricità. Immaginate che cosa significa in termini di costi ai prezzi attuali dell’energia”.
E 12 MegaWh corrispondono a circa 4,25 tonnellate di CO2 l’anno, ha riferito Giuli.
L’impatto ambientale dell’espresso
Ha aggiunto Giuli: “Ciò si traduce in una maggiore attenzione all’efficienza in termini di risparmio energetico, ciclo di vita ed emissioni. All’inizio ci siamo concentrati sui sistemi di coibentaione per isolare le parti calde ed evitare dispersioni termiche. Poi abbiamo iniziato a sviluppare tecnologie più sofisticate capaci di recuperare l’energia termica dispersa. Come nel caso del T.E.R.S. (Thermal Energy Recovery System). Si tratta di una tecnologia che recupera il calore nell’acqua di erogazione del caffè in eccesso e che viene utilizzata per preriscaldare l’ingresso di nuova acqua nel sistema diminuendo i consumi generali. Questa soluzione, da sola, consente un risparmio dell’8 per cento in termini energetici ed ha ottenuto il premio Smau 2020 per l’innovazione.
Come è possibile dunque ridurre l’impatto ambientale della macchina del caffè? Maurizio Giuli lo ha illustrato ai tantissimi presenti, studenti e addetti ai lavori di grandi aziende e gruppi: “L’azienda ha cercato di trovare la soluzione focalizzandosi su tre punti: isolare le parti più calde della macchina, recuperare l’energia termica che sarebbe andata irrimediabilmente persa e l’introduzione di tecnologie innovative basate su sistemi reattivi. Oggi siamo riusciti ad abbattere i consumi energetici del 35%, ovvero 2,1 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti in meno rispetto agli anni precedenti.”
Ha proseguito Giuli: “Un’altra R dell’economia circolare è riparare, per prolungare la vita dei prodotti. Così stiamo lavorando sull’allungamento della vita delle nostre macchine. In particolare stiamo sviluppando, insieme ad altre 4 aziende marchigiane, un progetto per la manutenzione predittiva chimato Simple, che è co-finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Marche. Sempre con altre aziende stiamo lavorando ad un progetto volto ad utilizzare plastiche di seconda vita e materiali riciclabili per alcune parti dei nostri prodotti”.
Maurizio Giuli conclude: “Non riusciremo mai ad annullare completamente i consumi dell’energia necessari per la preparazione dell’espresso ma possiamo, e dobbiamo, fare la differenza.”
L’impegno di Simonelli Group per la sostenibilità non finisce qui. Recentemente il Gruppo, insieme all’azienda Delta, hanno creato il nuovo progetto di manifattura sostenibile De-Manufacturing che crea nuove attrezzature grazie al riutilizzo dei materiali di scarto di cui abbiamo parlato qui.