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venerdì 22 Novembre 2024
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Cristina Scocchia, l’a.d.: “illycaffè ha bruciato il 70% del valore di un anno”

L'amministratore delegato: "Al momento il fatturato sta crescendo del 20% rispetto all'anno scorso: non pensiamo sia il numero con cui chiuderemo l'anno perché ci aspettiamo che l'inflazione stia riducendo in maniera significativa il potere d'acquisto, di conseguenza, ci aspettiamo che beni primari, soprattutto di alto di gamma come il nostro, avranno mesi difficili di fronte"

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La torrefazione triestina illycaffè ha bruciato il 70% del valore creato in un anno a causa di fattori esterni come l’aumento del caffè e della bolletta energetica. Per quanto riguarda la quotazione in Borsa, l’amministratore delegato Cristina Scocchia conferma che avverrà tra il 2023 e il 2026 ma ancora non ci sono dettagli precisi, per esempio in quale Borsa avverrà la quotazione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato dall’agenzia di stampa Efa News.

L’incremento dei costi di illycaffè

TRIESTE – “illycaffè ha bruciato il 70% del valore creato in un anno” per colpa “dell’aumento esponenziale dei costi delle materie prime e dell’energia”. Lo ha detto chiaro e tondo l’ad Cristina Scocchia, a margine del Retail Summit. “L’anno scorso abbiamo avuto 62 milioni di ebitda e quest’anno abbiamo avuto un incremento dei costi per 45 milioni rispetto all’anno scorso”, ha detto il manager.

“Questo vuol dire – prosegue Scocchia – che abbiamo bruciato il 70% del valore creato in un anno dall’azienda a causa di fattori esogeni che sono principalmente l’aumento del caffè e della bolletta energetica. Oggi l’azienda, sostiene il manager, “paga il gas dieci volte di più rispetto all’anno scorso e l’elettricità più del doppio rispetto a pochi mesi fa”.

Per quanto riguarda il bilancio economico, Illycaffè conta di chiudere il 2022 “con una crescita dei ricavi double digit. “Al momento – dice l’amministratore delegato – il fatturato sta crescendo del 20% rispetto all’anno scorso: non pensiamo sia il numero con cui chiuderemo l’anno perché ci aspettiamo che l’inflazione stia riducendo in maniera significativa il potere d’acquisto, di conseguenza, ci aspettiamo che beni primari, soprattutto di alto di gamma come il nostro, avranno mesi difficili di fronte”.

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