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lunedì 25 Novembre 2024
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ANTONIO QUARTA: “Salvaguardare un’arte della quale siamo maestri mondiali”

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Antonio Quarta (FOTO) figura tra i fondatori del Consorzio per la richiesta all’Unesco di riconoscimento dell’espresso italiano come bene immateriale. L’amministratore unico della Torrefazione Quarta di Lecce non era fisicamente presente alla firma a Treviso ma ha agito per procura. Ed è molto sottisfatto dell’operazione orchestrata dal Conte Giorgio Caballini: “Ho aderito perché era necessario impegnarsi in prima persona nell’operazione, non delegare a pur validissimi colleghi. La tutela del caffè espresso italiano è cruciale per la  nostra attività e per il futuro delle nostre aziende, sia in Italia sia all’estero”.

“Alla base dell’iniziativa ci sono due logiche – precisa Quarta -. La prima deriva dal fatto che non esiste l’espresso italiano. L’espresso è una modaltà di preparazione che tutti conosciamo: caffè in grani macinato al momento, pressione di 20 kg sul caffè, macchine per espresso professionale, pressione di 20 atmosfere, eccetera. C’è tanta coonfusione in proposito ed è bene dire subito che non è in alcun modo possibile impedire che un qualunque barista della Groenlandia, per dire, prepari un espresso e magari vinca anche il Campionato Mondiale che è basato su tre prove, una delle quali prevede appunto la preparazione di 4 espressi. Lo stesso vale per un professionista argentino o australiano. Quello che distingue l’espresso italiano è invece la miscela made in Italy: preparata, torrefatta e confezionata in Italia. Ed è questo espresso che va difeso anche con l’aiuto dell’Unesco”.

“E’ molto importante – precisa Quarta – che un folto gruppo di autorevoli torrefattori si sia unita con l’impegno di difendere l’espresso italiano. Significa che la categoria è matura e può difendere un bene che è sì immateriale ma che dà lavoro a tantissimi italiani”.

“A proposito della confusione sull’espresso e sull’espresso italiano – si infervora Quarta -: deve subito essere chiarito che con le cialde e le capsule non si può preparare vero espresso e tanto meno espresso italiano. Le norme, il disciplinare sono precisi e la dicitura cialde o capsule non compare. Da oggi tutti dovranno tenerne conto e impegnarsi a fondo nella difesa di questo patrimonio immateriale del quale noi italiani siamo i maestri: i migliori in tutto, a preparare le miscele, a tostare e anche a confezionare”.

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