MILANO – Shanghai diventa la capitale mondiale del caffè, con 7.857 caffetterie censite, stando a un report pubblicato dal colosso cinese del delivery Meituan. Più di New York, Tokyo e Londra – scrive la stampa cinese – che si dimentica però di Roma e Milano, dove – considerando bar, caffetterie e tipologie affini di pubblici esercizi, tutti dotati di macchina da caffè espresso – i numeri sono ben superiori.
Il dato va poi contestualizzato in un corretto ordine di grandezze, dal momento che la metropoli cinese conta oltre 26 milioni di abitanti.
Ma – al di là delle classifiche e delle graduatorie, che lasciano il tempo che trovano, visti i diversi criteri classificatori dei pubblici esercizi – la valenza culturale e sociologica – oltre che economica – di questa notizia è di portata storica.
Perché la Cina è un paese tradizionalmente legato al tè, dove i consumi di caffè, sino a pochi decenni or sono, erano irrilevanti.
“Non deve sorprendere che Shanghai sia la città con il maggior numero di coffee shop al mondo, poiché la sua inclusività e il suo dinamismo economico ne hanno fatto il massimo mercato del caffè in Cina” osservava qualche giorno fa un veterano dell’industria sulle colonne del Global Times.
“I locali di piccole e medie dimensioni hanno registrato un forte recupero, con la ripresa dell’economia e dei consumi seguiti alla fine dell’emergenza Covid. Gli ordini alle caffetterie sono cresciuti, nel solo mese di giugno, del 5.237%” scrive il quotidiano citando le cifre di Meituan.
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