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mercoledì 18 Dicembre 2024
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Caffè: i 10 luoghi comuni da sfatare secondo Sca Italy

La delegazione italiana della Speciality coffee association mira a sfatare i falsi miti concentrandosi sulla qualità dell’esperienza fino alla preparazione al bar.

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Sca Italy, Associazione di settore che promuove la cultura del caffè specialty, ha pubblicato un decalogo sui falsi miti caffè. Lo ha fatto per erudire la stampa generalista e per gli organi d’informazione che raramente si occupano di caffè. La riprendiamo volentieri, come documentazione, anche se i temi sono tutti noti ai nostri lettori ed agli addetti ai lavori del ramo caffè.

Sca: il consumo di caffè in Italia e nel mondo

MILANO – Nel mondo ogni anno vengono consumati circa 4,5 kg di caffè pro capite. Ci sono però differenze sostanziali tra i diversi Paesi: infatti, a discapito di quanto si possa pensare, i più grandi consumatori di caffè nel mondo sono i finlandesi con circa 12kg di caffè pro capite.

Gli italiani invece, con quasi 6kg di caffè pro-capite, figurano solo al tredicesimo posto nella classifica globale, nonostante l’Italia sia ritenuta la patria indiscussa del caffè espresso e nonostante il prezzo della tazzina al bar, nel nostro Paese sia uno dei più bassi in Europa.

Nei paesi nordici, infatti, un caffè al bar può costare fino a 3 euro, i​​n Austria e in Germania il prezzo oscilla tra 1,75 e 1,90, in Francia 1,60, in Spagna 1,39, in Russia e in Polonia 1,50 e in Grecia e in Romania 1,30.

Sca: la popolarità del caffè

Oggi il caffè non rappresenta solo una consuetudine di cui pochi fanno a meno ma è un piacere intimo nonché collante sociale: prendersi un buon caffè significa dedicare del tempo a se stessi, talvolta staccare e prendere un momento di pausa, un’occasione di aggregazione tra colleghi e amici, una vera e propria esperienza che funge da motore di ogni giornata.

In svedese esiste un termine coniato ad hoc per questo rituale, “Fika”, che scandisce un vero e proprio momento della giornata, quello del caffè.

Nonostante la sua popolarità però, spesso si conosce ben poco del caffè, dei suoi diversi tipi, dei suoi effetti positivi e delle sue origini.

Sebbene infatti il consumo sia cresciuto e si sia sviluppata una filiera attorno sempre più attenta alla sua qualità, al centro è rimasta l’esperienza del caffè più che l’informazione del suo consumatore.

Un’attività talmente frequente ed abituale che talvolta viene data per scontata, ma che può essere vista altresì come un racconto, un iter fatto di molteplici passaggi e figure disparate ed è importante parlarne e rendere il consumatore finale consapevole di questo viaggio e di quanto lavoro ha richiesto.

Sono diffuse tantissime scuole di pensiero e credenze, spesso senza alcun fondamento, e Sca Italy, la delegazione italiana della Speciality coffee association, la più autorevole Associazione mondiale per la promozione dell’eccellenza nel mondo del caffè, mira a sfatare i falsi miti concentrandosi sulla qualità dell’esperienza, dalla tostatura fino alla preparazione al bar.

I dieci falsi miti sul caffè di Sca Italy

L’espresso è amaro

Sui gusti non si discute, ma se troviamo un caffè troppo amaro dobbiamo porci dei dubbi sulla qualità del prodotto. Più un caffè è amaro, più contiene Robusta, che è una varietà di caffè in genere meno pregiata dall’Arabica, che invece è più dolce. Inoltre, il sapore amaro può derivare anche da una tostatura più scura, usata a volte per coprire la scarsa qualità del caffè.

La moka non si lava

La moka, o caffettiera napoletana, è uno degli strumenti più usati per preparare il caffè a livello domestico, in grado di inebriare tutta la stanza del suo aroma. Tuttavia la credenza di non lavare mai la moka è falsa poiché i grassi e gli oli generati dalla preparazione del caffè potrebbero rimanere troppo a lungo a contatto con le pareti della caffettiera e quindi inficiare il sapore del caffè.

Il caffè fa male allo stomaco

Spesso l’uso eccessivo di caffè è associato ad una tendenza molto negativa per la salute e sicuramente l’uso smodato non è consigliato come per qualsiasi bevanda. Entro certi limiti, il caffè di qualità NON fa male allo stomaco: la sua selezione è un elemento fondamentale e se il processo di lavorazione e tostatura vengono svolti correttamente non darà fastidio allo stomaco. Il caffè Arabica contiene fino a 3 volte meno caffeina delle miscele con Robusta, per questo motivo, di fronte a un caffè Arabica di alta qualità, si può berne qualcuno in più.

Se lo zucchero sta a galla, il caffè è buono

Anche se è vero che la crema dell’espresso è un indicatore utile per la valutazione, il fatto che sorregga o meno lo zucchero non significa che il caffè sia di qualità. Ciò che importa è, invece, la trama della crema, che non deve essere schiumosa e non deve essere eccessiva: la tenuta e la consistenza ideale della crema deve essere invece elastica.

L’espresso deve costare 1 euro

Il costo del caffè in Italia è un prezzo psicologico, non è basato sul prodotto. Basti pensare che 1 € è quanto lo pagavamo dieci anni fa, mentre il costo reale del caffè ha subito continui aumenti. Che cosa comporta questo prezzo fisso? Che per mantenerlo tale i bar siano costretti ad abbassare la qualità o a tagliare sul personale.

Il caffè può essere bevuto dopo la data di scadenza

Il caffè non è eterno e la sua qualità è commisurata al tempo in cui si consuma: è bene utilizzarlo il prima possibile, soprattutto se macinato, per assaporare meglio i suoi aromi. Comunque è sconsigliato dopo 3 mesi dalla tostatura.

Il caffè si conserva in frigo

Ci sono diversi metodi per la conservazione del caffè. Molti sostengono, ad esempio, che sarebbe meglio conservarlo in frigo: in realtà il frigo non è il luogo migliore giacché, sebbene rallenti il processo di modificazione delle proprietà organolettiche,  è umido e pieno di odori. Al fine di conservare le caratteristiche aromatiche e organolettiche del caffè, è fondamentale tenerlo al riparo da aria, umidità, calore e luce, pertanto necessita di un luogo fresco e asciutto, privo di sbalzi di temperatura e ancora meglio in contenitori sottovuoto.

L’acqua dopo il caffè

Alcuni bevono il bicchiere di acqua dopo aver preso il caffè, ma è davvero il modo giusto per gustarlo appieno? Assolutamente no. Spesso chi beve l’acqua dopo il caffè desidera eliminare il suo sapore perché cattivo. La procedura più corretta sarebbe quella di berla prima al fine di cancellare eventuali residui sulla lingua o nella bocca, così da poter assaporare al massimo il gusto.

Il caffè è sempre uguale

Non tutti i caffè sono uguali, dietro a ogni tazzina c’è una storia! Nel mondo vengono coltivate numerosissime tipologie di caffè, varietà che differiscono tra loro per molteplici elementi quali il paese d’origine, i metodi di lavorazione, il tipo di tostatura e di estrazione e da cui dipende il gusto, la consistenza. L’impressione di un gusto uniforme e piatto è data dallo zucchero che ne influenza il sapore e lo appiattisce.

Se sei a dieta, meglio evitare il caffè

Una tazzina di caffè, senza l’aggiunta di zucchero, apporta al massimo 2 calorie. Non solo non fa ingrassare, ma il caffè aiuta a diminuire la sensazione di fame.

La scheda sintetica di Sca Italy

Sca Italy, sotto l’egida dell’Associazione Sca (Speciality coffee association), rappresenta in Italia migliaia di professionisti del caffè, dai baristi e torrefattori, e attraverso il suo patrimonio di autorevolezza e conoscenza condivisa agisce come forza unificante nel settore specialty coffee.

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