MILANO – Crolla l’export brasiliano, volano le entrate: nonostante una flessione di oltre 6 milioni di sacchi nell’annata di raccolto 2021/22 (luglio-giugno), le esportazioni di caffè, grazie ai prezzi in forte ripresa, hanno portato nelle casse del paese sud americano la cifra record di 8,1 miliardi di dollari.
Il forte ridimensionamento dei volumi esportati va imputato, come spiega il presidente di Cecafé Günter Häusler, al minore raccolto di arabica, sul quale ha inciso l’anno di ciclicità negativa e l’impatto sfavorevole dei fattori climatici.
Vanno poi aggiunti i problemi logistici globali, l’alto costo dei noli e la scarsa disponibilità di container.
Più nel dettaglio, il Brasile ha esportato, nei 12 mesi trascorsi, 39.588.713 sacchi da 60 kg: il -13,3% in meno rispetto all’annata 2020/21.
Ma, al tempo stesso, il valore dell’export è cresciuto del 38,7% al già citato massimo storico di 8,1 miliardi di dollari, contro i 5,85 miliardi dell’annata precedente.
Le esportazioni di caffè verde sono state di 35.491.846 sacchi, in flessione del 14,9%. Penalizzato dall’annata negativa, l’export di arabica è sceso a 32.889.326 sacchi (-11%).
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