MILANO – Forti ribassi per i futures del caffè arabica. Il contratto per scadenza settembre della borsa newyorchese ha perso 1.430 punti nello spazio di tre sedute chiudendo ieri, lunedì 27 giugno, a 222,10 centesimi, livello minino dalla fine di maggio sulla scadenza principale. Ad alimentare le liquidazioni, il rafforzarsi del dollaro sul real e le nuove stime di Usda, che prevedono una ripresa della produzione mondiale per l’annata a venire.
Ma soprattutto, il sentiment economico sfavorevole, legato alla delicata situazione politica internazionale, alla ripresa dell’inflazione e alle misure restrittive attuate o annunciate dalla banche centrali.
Tutti elementi che stanno tarpando le ali alla ripresa economica post-pandemica, con conseguenze sui consumi voluttuari.
Va intanto osservato che le scorte certificate sono scese a un nuovo minimo storico di 951.641 sacchi, ripartiti più o meno alla pari tra Brasile e Honduras.
Londra scivola, a sua volta, ai minimi delle ultime due settimane. La scadenza settembre ha perso 73 dollari nelle ultime tre sedute chiudendo ieri a 2.040 dollari.
Stiamo intanto entrando in un periodo dell’anno segnato tradizionalmente da un’elevata volatilità dovuta, in primo luogo, all’inverno brasiliano.
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