Bere tè riduce la mortalità non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per quelle non cardiovascolari (24 per cento), e quest’ultimo è il dato più eclatante. E’ quanto emerso da uno studio francese presentato al congresso dell’European Society of Cardiology a Barcellona. Lo studio ha coinvolto 131.401 persone di età compresa tra i 18 e i 95 anni.
Durante una media di 3,5 anni di follow-up ci sono state 95 morti per malattie cardiovascolari e 632 per altri cause. I ricercatori hanno analizzato il consumo di tè o caffè tramite un questionario.
In base alle risposte i soggetti sono stati divisi in tre gruppi: non bevitori, bevitori da un a 4 tazze al giorno e bevitori di oltre 4 tazze al giorno. I ricercatori hanno scoperto che i bevitori di caffè avevano un profilo di rischio cardiovascolare più elevato rispetto ai non bevitori, soprattutto per il fumo.
La percentuale di fumatori è stata del 17 per cento tra i non-bevitori rispetto al 31 per cento tra coloro che bevevano 1-4 tazze al giorno e al 57 per cento tra coloro che bevevano più di 4 tazze al giorno. Inoltre i bevitori di caffè non sono risultati più attivi fisicamente: il 45 per cento faceva un buon livello di attività fisica rispetto al 41 per cento dei pesanti bevitori di caffè.
Infine, i forti bevitori erano più anziani e con qualche lieve differenza nella pressione sanguigna.
I bevitori di tè avevano il profilo inverso dei bevitori di caffè con un migliore profilo di rischio cardiovascolare rispetto ai non consumatori. Il 34 per cento dei non bevitori di tè fumava rispetto al 24 per cento di chi beveva 1-4 tazze di tè al giorno e il 19 per cento di chi ne consumava più di 4.
L’attività fisica risultava aumentata con il numero di tazze di tè al giorno consumate dal 43 per cento tra i bevitori di tè moderati al 46 per cento nei bevitori pesanti.
Effetti più marcati sono stati riscontrati nella pressione sanguigna. In generale chi beve tè è risultato meno a rischio rispetto a chi beve caffè. Tra i bevitori di caffè è stato riscontrato un aumento della mortalità cardiovascolare, ma ancora di più della mortalità non cardiovascolare.
Quest’ultimo incremento si è annullato se i soggetti non erano fumatori. “Il trend di mortalità più elevato nei bevitori di caffè è probabilmente in gran parte spiegato dal fatto che ci sono più fumatori nel gruppo che bevono un sacco di caffè”, hanno detto i ricercatori. Al contrario nei bevitori di tè è stata riscontrata una riduzione della mortalità cardiovascolare, ma non del tutto significativa come quanto quella non cardiovascolare.
“Bere tè abbassa il rischio di mortalità non cardiovascolare del 24 per cento”, hanno spiegato i ricercatori. “Quando abbiamo esteso la nostra analisi abbiamo scoperto che il tè ha continuato a ridurre la mortalità generale durante un periodo di 6 anni”, hanno aggiunto.
Questo perchè, secondo i ricercatori, il tè conterrebbe antiossidanti che possono avere benefici sulla salute e perché i bevitori di tè tendono ad avere stili di vita più sani.