MILANO – Prezzi degli arabica in ripresa nella seduta di martedì 8 luglio. Dopo un avvio di settimana sottotono, l’Ice Futures US (contratto per scadenza settembre) è tornato ieri a guadagnare (+185 punti) terminando a 172,95 cents per libbra.
Lunedì, la scadenza principale era scesa, in corso di contrattazione, sotto la soglia dei 170 centesimi toccando il livello intraday minimo degli ultimi 4 mesi e mezzo (166,10 cents), salvo poi recuperare quasi completamente le perdite nelle ore successive (merito soprattutto degli acquisti dei torrefattori) chiudendo la giornata solo marginalmente in calo (appena 70 punti).
Nonostante il forte ripiegamento dei prezzi dai massimi dei mesi passati, l’incertezza prevale, in ragione dell’altalena di notizie contraddittorie, che seguitano ad arrivare dal mondo della produzione.
Alcuni analisti sostengono che il raccolto brasiliano di quest’anno risulterà, alla fine, grosso modo in linea con quello dell’anno scorso e che il calo produttivo sin qui paventato non ci sarà. Ma non tutti sono concordi e molti temono anzi che i danni arrecati agli arbusti dalla siccità di quest’anno possano avere conseguenze anche sui prossimi raccolti.
Nel frattempo, i flussi commerciali continuano a essere sostenuti.
Secondo le cifre preliminari diffuse, ieri pomeriggio, da Cecafé, l’export brasiliano di caffè in tutte le forme è stato, a luglio, di 2,858 milioni di sacchi, pari al 20,9% in più rispetto ai volumi imbarcati nello stesso mese dell’anno scorso. In forte crescita anche il dato a valore, che migliora del 37,3% rispetto a giugno 2013, raggiungendo i 539,784 milioni di dollari.
Tra luglio 2013 e giugno 2014, le esportazioni sono state di 33,97 milioni di sacchi, in crescita del 9,9% rispetto al pari periodo precedente. In calo, invece, il valore dell’export, di poco superiore ai 6 miliardi di dollari (-11,6%). Tali dati superano ampiamente le aspettative di Cecafé, che aveva previsto, per l’annata di raccolto 2013/14, un export totale di 32,5 milioni di sacchi.
I report dalle aree di produzione continuano a riferire di un raccolto caratterizzato da un’elevata percentuale di chicchi malformati, leggeri e di piccole dimensioni, fatto questo che lascia presagire basse rese per pianta e bassi standard qualitativi. Cooparaiso – una delle principali cooperative brasiliane – ha ribadito che il raccolto dei suoi associati sarà, quest’anno, di 2,4 milioni di sacchi, in calo del 17% rispetto all’annata trascorsa.
Anche dal Cot (Commitments of Traders) giungono segnali contrastanti, con un taglio delle posizioni net long detenute dai Non Commercial, cui fa riscontro però una riduzione delle posizioni net short detenute dai Commercial.
“I Commercial stanno comprando caffè: una cosa insolita per questo periodo dell’anno” osservava nei giorni scorsi Mark Nucera, presidente di M.A. Nucera
Ricordiamo che, per definizione, i Commercials sono coloro che operano per proteggere i rischi del loro business: produttori che utilizzano la materia prima nel processo produttivo, e venditori della stessa. Conoscono benissimo il mercato, spesso hanno ragione, e approfittano della loro esperienza anche per speculare.
Il minagricoltura di Hanoi (Mard) ha intanto reso noto che l’export del Vietnam, nei primi 6 mesi dell’anno solare 2014, è stato di 1,04 milioni di tonnellate, per un fatturato di 2,12 miliardi di dollari, pari a un incremento del 31,7% a volume e del 24,7% a valore. Nel solo mese di giugno, gli imbarchi hanno raggiunto le 109.000 tonn, per un valore di 229 milioni di dollari.
Germania e Usa rimangono i due principali mercati di destinazione del caffè vietnamita, con una share rispettivamente del 14,35% e del 9,76%.
Le scorte invendute nelle mani dei produttori di caffè del Vietnam sono ai minimi degli ultimi 2 anni. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Bloomberg presso un campione di analisti e operatori del settore. Stando alla media delle risposte fornite dagli intervistati, i produttori avevano ancora nei loro magazzini, alla fine del mese scorso, il 15% circa del raccolto 2013/14, contro il 18% l’anno passato.
Le stesse persone interpellate ritengono che il prossimo raccolto sarà inferiore del 4% circa a quello record di quest’anno, stimato in 1,72 milioni di tonnellate o 28,6 milioni di sacchi.
Il contratto benchmark del Liffe (settembre) ha chiuso ieri al rialzo di 25 dollari a 2.063 dollari per tonnellata.
Rabobank International ha recentemente rivisto al rialzo il suo outlook sui prezzi dei robusta, tenendo conto del calo delle scorte e del sempre più probabile verificarsi di un evento El Niño, a partire da settembre.
Secondo l’Ufficio Australiano di Meteorologia, il fenomeno porterà, tra le altre cose, siccità in Asia-Pacifico e una piovosità nettamente superiore alla norma in sud America.
Concludiamo con le cifre della nuova stima (post fioritura) del Coffee Board of India sul raccolto 2014/15. L’organismo indiano prevede una produzione record di 344.750 tonn o 5,746 milioni di sacchi, superiore del 13,2% a quella del 2013/14. In crescita sia il raccolto di arabica (+3,2%) che quello di robusta (+18,3%). Torneremo su questi dati nei prossimi giorni, con un resoconto completo della stima.