VENEZIA – «Entro la prossima settimana, quella di Natale, c’è un incontro con i sindacati e spero di chiudere la questione entro fine anno»: Arrigo Cipriani, patron dell’Harry’s bar, tra un giro di tavolo e un altro, non batte ciglio davanti a gli chiede lumi sull’arrivo nella trattativa per la riduzione dello stipendio del personale di due manager della società che ha una quota nella holding di Cipriani.
«È un affiancamento di due tecnici nella contrattazione – spiega Cipriani, commentando le notizie di stampa – il patron resto io visto che ho l’80% della proprietà».
Sul piatto c’è una ipotesi di riduzione del 10% delle entrate degli oltre 70 dipendenti del locale amato dal bel mondo internazionale. Una questione che sembrava risolta con un accordo triennale, ma con verifiche annuali, firmato nell’aprile scorso dopo una lunga trattativa, caratterizzata anche da un paio di scioperi.
A pesare nella trattativa riaperta, e a far entrare in gioco i due manager indicati da due banche, il fatto che l’esposizione del gruppo verso gli istituti bancari. Che sarebbe salita a 6 milioni. Una buona parte pare dettata proprio dalle spese per il personale.
«Abbiamo caffetterie e ristoranti in tutto il mondo – ricorda Cipriani, non risparmiando critiche ai sindacati. E e davanti alla crisi non ci sono problemi per rinunciare a parte degli stipendi per garantire il futuro. Qui è tutto diverso. Siano di fronte a uno Stato ingessato».