MILANO – La Cina è più vicina di quanto non si pensi e potrebbe spiarci persino attraverso le macchine da caffè. Non è l’ennesima, delirante tesi complottista sollevata dai social. Anche perché l’allarme sui rischi derivanti dalla presenza crescente di elettrodomestici e altri dispositivi smart nelle nostre case, comprese le macchinette per il caffè, è stato lanciato già da tempo (vedi anche articolo pubblicato da Comunicaffè oltre tre anni fa).
Il nuovo monito arriva, questa volta, dalla società di analisi New Kite Data Labs (qui il link per scaricare il pdf del report).
E prende in esame il caso di uno specifico marchio di macchine da caffè: Kalerm, che è prodotto nello Jangsu, in Cina.
Il ricercatore Christopher Balding sostiene che le macchine connesse di questo marchio sarebbero utilizzate, in Cina, per raccogliere dati di varia natura, anche sensibili.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.