MILANO – È stato presentato a Milano il nuovo rapporto annuale delle attività di Fairtrade Italia “The future is fair: filiere e diritti”, che riassume l’andamento delle vendite dei prodotti del commercio equo certificato in Italia e l’insieme delle iniziative realizzate nel 2021. Lo scorso anno gli italiani hanno speso 553 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade.
Il bilancio Fairtrade
Si tratta ad esempio di frutta fresca come banane e ananas, caffè, cioccolato, cereali per la colazione, barrette, biscotti, frutta secca, fiori recisi, abbigliamento in cotone e molto altro.
I marchi Fairtrade si possono trovare infatti su un’ampissima gamma di prodotti in supermercati, ipermercati, ma anche negozi di vicinato, mense e altri luoghi di ristorazione collettiva e distributori automatici.
Parallelamente, grazie alle vendite di prodotti in Italia, crescono anche i benefici per le organizzazioni di agricoltori e lavoratori in Asia, Africa e America Latina, che hanno ricevuto 3 milioni e 200 mila euro in Premio.
Insieme al Prezzo Minimo stabile, il Premio costituisce uno dei pilastri del modello Fairtrade, e nel concreto è una somma extra che le organizzazioni ricevono per realizzare iniziative di interesse collettivo, frutto di una decisione democratica.
Il Premio può essere utilizzato per il miglioramento tecnico e produttivo, come l’acquisto di fertilizzanti o altri prodotti e macchinari per l’agricoltura; per la realizzazione di aule e strutture scolastiche, ambulatori sanitari o altro.
Fairtrade: le vendite in Italia
La Grande Distribuzione Organizzata resta il principale canale di diffusione dei prodotti certificati Fairtrade.
Coop Italia nel 2021 ha proseguito con l’inserimento di referenze a Marchio FSI; Aldi Italia, oltre ai prodotti a base di cacao FSI, ha recentemente introdotto nel proprio assortimento le banane.
Lidl Italia ha mantenuto un’ampissima offerta di prodotti realizzati con cacao FSI; IN’s Mercato ha esteso la sua gamma di capsule con caffè Fairtrade, triplicando i volumi di vendita.
Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia: “Siamo soddisfatti perché anche nel 2021 il mercato Fairtrade in Italia è cresciuto grazie ad un aumento generalizzato dei volumi di sostanzialmente tutte le categorie di prodotto.”
La corsa del cacao
Le chiusure avvenute lo scorso anno hanno favorito il costante incremento dei consumi domestici di prodotti a base di cacao.
Oltre alle tradizionali tavolette infatti si presta per numerose preparazioni come biscotti, barrette, snack, cereali per la colazione e praline che stanno avendo un notevole sviluppo negli ultimi anni per Fairtrade. I volumi venduti sono stati pari a 8.895 tonnellate (+9 %), e il premio generato per gli agricoltori pari a 1.884.398 euro.
Le banane restano il prodotto più venduto per volumi. Dopo una flessione nel periodo dell’emergenza Covid-19 dovuto principalmente alla chiusura delle mense scolastiche, con il 2021 le vendite sono tornate a crescere raggiungendo le 14.100 tonnellate.
I nuovi Criteri minimi ambientali che regolamentano la scelta delle forniture nella ristorazione collettiva del settore pubblico (CAM) stanno contribuendo in maniera significativa; ma anche dei nuovi inserimenti di prodotto in GDO lasciano prevedere buone opportunità di crescita.
Caffè
Dopo un 2020 molto complesso, le chiusure del primo trimestre del 2021, la diffusione dello smart-working nelle città e il calo nei flussi turistici hanno rappresentato un ostacolo per il settore di consumi fuori casa. Nel complesso tuttavia i volumi Fairtrade venduti sono cresciuti del 5% rispetto al 2020 con 843 tonnellate.
Lo zucchero
In linea con la crescita registrata negli ultimi anni, il dato su questo prodotto si attesta su 5.158 tonnellate (+10%) grazie all’utilizzo dello zucchero come ingrediente all’interno di prodotti confezionati o multi-ingrediente, oppure nei succhi di frutta.
Tra le iniziative per il business portate avanti durante l’anno, da segnalare il lancio del portale èQuì rivolto agli esercizi commerciali come torrefazioni artigianali, pasticcerie, gelaterie e fiorerie che rivendono prodotti Fairtrade o li utilizzano come ingredienti nelle loro preparazioni. èQuì offre loro la possibilità di registrarsi e geolocalizzarsi, rendendoli più accessibili ai consumatori.
A livello globale l’attività di advocacy è stata dedicata principalmente a far emergere la voce degli agricoltori nel dibattito sulla legge europea sulla Due Diligence sui diritti umani e ambientali (HREDD), che avrà lo scopo di monitorare l’impatto sui diritti umani e ambientali nelle filiere agricole locali e globali.
Parallelamente Fairtrade si sta attrezzando per accompagnare le aziende già partner e le nuove nell’applicazione di questo percorso.
Business e diritti umani
“Fairtrade porta le voci dei lavoratori e degli agricoltori nel dibattito sul fare impresa e sui diritti umani. Le leggi europee devono incoraggiare il dialogo e la collaborazione tra tutti gli attori della filiera agricola, dagli agricoltori fino ai retailer”. Ha dichiarato Tytti Nahi, settore business e diritti umani in Fairtrade International.
“L’approccio della due diligence porta trasparenza. Richiama tutti noi a lavorare insieme per contrastare le più impellenti sfide delle filiere globali, dal lavoro minorile ad un reddito dignitoso per tutti i produttori agricoli fino alle eccessive emissioni di CO2”.
“Il sistema globale Fairtrade è più che mai pronto a favorire nuove strategie per affrontare le problematiche che riguardano la sostenibilità e la giustizia sociale, tanto per le aziende del nostro paese quanto per le comunità agricole del sud globale.”
“Temi come il raggiungimento di un salario o un reddito dignitosi per i lavoratori, la resilienza al cambiamento climatico e maggiori opportunità per le donne e i giovani sono diventate ormai necessità impellenti.”
“Ora la sfida è approfondire la relazione con i nostri partner commerciali per accrescere il nostro impatto”. ha concluso Paolo Pastore, direttore generale di Fairtrade Italia.