MILANO – I micro lotti di caffè speciali di altissima qualità potrebbero rappresentare il futuro dell’industria del caffè della Costa Rica, attualmente alle prese con gravi problemi strutturali, che hanno contribuito a far cadere la produzione ai minimi degli ultimi cinquanta anni.
Secondo i dati del servizio estero del Dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda), il raccolto 2021/22 (ottobre-settembre) del paese centro americano, storico produttore di arabica lavati, subirà un calo peggiore del previsto.
Si prevede infatti un declino del 7%, a 1,275 milioni di sacchi da 60 Kg; minimo produttivo da mezzo secolo a questa parte. I presupposti iniziali sembravano tuttavia migliori: nell’aprile del 2021, la stagione delle piogge aveva avuto un inizio regolare e anche le temperature erano risultate favorevoli alla formazione iniziale dei frutti.
Ma è subentrato poi un periodo di precipitazioni eccessive, che unito al forte calore ha portato a una proliferazione di malattie fungine, in particolare antracnosi e ruggine del caffè.
Dette condizioni sono prevalse soprattutto nelle aree a maggiore altitudine, compresa la regione di Los Santos, la più importante del paese, dove i livelli della ruggine sono stati i più elevati dal 2018/19.
In Costa Rica, la raccolta si concentra tra novembre e febbraio
Nelle aree a maggiore altitudine, inizia già ad agosto. La diffusione di varietà resistenti continua a essere lenta, per la diffidenza dei piccoli produttori, ma anche per motivazioni di ordine economico.
L’età media delle piante rimane elevata e la percentuale annua di rinnovo nettamente inferiore a quella ottimale.
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