MILANO – Promuovere il caffè del Perù in tutto il mondo è una priorità per il governo di Lima. E lo è allo stesso modo sviluppare le potenzialità economiche della coltura del caffè, che genera attualmente oltre 850 mila posti di lavoro, soprattutto in aree povere e remote costituendo spesso una delle poche alternative appetibili alla coltivazione della coca.
Intanto, la produzione del Perù si preannuncia, quest’anno, in ulteriore lieve crescita, grazie alle migliorate condizioni meteorologiche, con un più favorevole regime delle piogge, che ha accompagnato la fioritura e la maturazione dei grani.
Ma la spinta maggiore arriva dalla forte ripresa dei prezzi, che consente un miglioramento delle pratiche e agricole. E maggiori investimenti, dopo anni di crisi durante i quali i coltivatori hanno avuto difficoltà a coprire persino i costi di produzione.
La coltura del caffè in Perù si concentra tradizionalmente sul versante orientale delle Ande
Si sta assistendo però a una progressiva migrazione delle piantagioni verso gli altipiani settentrionali, nelle regioni di Amazonas e San Martín, che contano ormai per quasi la metà della produzione (47%).
Secondo il report annuale del servizio informativo estero del dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda), l’area produttiva è attualmente di 335 mila ettari, in espansione dell’1,5% rispetto all’annata scorsa.
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