MILANO – Il costo dell’energia ha subito un incremento medio del 500% nell’azienda di Coca-Cola. Per il gas c’è un aumento di +450% e per la plastica si è registrato un aumento dei costi del 60%. Secondo Giangiacomo Pierini, il direttore degli affari istituzionali e comunicazione Coca-Cola Hbc Italia sarà inevitabile l’aumento dei prezzi. Pierini spiega inoltre che l’aumento dei prezzi non sarà un problema solo per Coca-Cola ma per tutte le aziende. Riportiamo di seguito l’articolo del quotidiano Gazzetta di Firenze.
L’aumento dei costi dell’energia per Coca-Cola
MILANO – “Il quadro è estremamente complesso, i costi sono esplosi. Partendo da quelli necessari per la produzione, se facciamo un paragone tra marzo 2022 e marzo 2021, per quanto riguarda il costo dell’energia, c’è stato un incremento medio, come azienda, del +500%. Per il gas parliamo di oltre +450% e poi, rispetto alla materia prima che utilizziamo, la plastica, si è registrato un aumento dei costi del 60%”.
Non usa giri di parole Giangiacomo Pierini, direttore affari istituzionali e comunicazione Coca-Cola Hbc Italia, per descrivere la situazione allarmante relativa ai rincari energetici e i costi dei trasporti, che da mesi grava anche sul principale produttore e imbottigliatore di prodotti a marchio Coca-Cola in Italia.
Un aumento dei prezzi inevitabile
“E’ una tragedia, i costi sono costi stellari – dice Pierini all’Adnkronos – e sarà inevitabile l’aumento dei prezzi. In un momento in cui l’inflazione cresce ci avvitiamo in una situazione pericolosa”.
Per Pierini l’allarme riguarda tutti, non solo Coca-Cola. “Nelle aziende più piccole la situazione è anche peggiore” afferma, sottolineando che uno dei problemi principali è anche quello del reperimento del legno utilizzato per i pallet.
“Viene soprattutto da Ucraina e Russia – evidenzia – e ora non si trova più, i prezzi sono aumentati del 300% ci sono effetti estremamente negativi”. C’è poi il tema dei trasporti, “le realtà più piccole di trasporto con l’aumento del gasolio hanno difficoltà ad andare avanti” afferma.
L’auspicio è che l’approvvigionamento delle materie prime “venga garantito da altri mercati – dice Pierini – e che i problemi legati al reperimento di altre materie vengano risolti con nuovi fornitori e nuove geografie”.
Il rischio maggiore, se la situazione non dovesse migliorare, “è di dover aumentare drasticamente i prezzi – osserva Pierini – e temo sarà inevitabile”. Il timore, “è che ciò porti a un calo di volumi e che diventi difficile sostenere il business”.
Nel caso di Coca-Cola, fa notare Pierini, “ci sono anche la sugar tax e la plastic tax che dovrebbero scattare tra pochi mesi e che il governo non ha avuto il coraggio di cancellare”.
All’esecutivo, “chiediamo di nuovo di eliminarle perché altrimenti la situazione sarà fuori controllo – rimarca -. Lo dicono i numeri, non l’azienda. C’è attenzione, sappiamo dai giornali che ci sono state azioni ma credo sarà necessario fare di più, altrimenti le piccole realtà o le aziende molto energivore rischiano davvero la chiusura”.