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RAPPORTO ICO – Forte il nervosismo sui mercati nonostante i prezzi in calo

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MILANO – I prezzi del caffè sono in calo, ma il nervosismo sui mercati rimane alto. Dopo sei rialzi consecutivi, la media mensile dell’indicatore composto ha registrato a maggio una variazione negativa. Per vedere il rapporto integrale con grafici e tabelle basta cliccare QUI

Come rilevato dai dati del report mensile dell’Ico – diffuso ieri pomeriggio a Londra – l’indicatore è sceso, il mese scorso, a 163,94 cents per libbra, pari a calo del 3,9% rispetto ad aprile. La media giornaliera ha toccato i suoi massimi a inizio mese, con un picco di 176,30 cents il 5 maggio.

A partire dalla fine della prima decade, i prezzi hanno assunto un andamento prevalentemente ribassista, interrotto esclusivamente dall’impennata di metà mese (rialzo del 5,35% il 15 maggio). Nella terza decade, l’indicatore è sceso sotto la barriera dei 160 centesimi, toccando un minimo di 153,33 cents, il 28 maggio.

Le correzioni più consistenti riguardano gli arabica. Colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali sono in calo rispettivamente del 4,1%, 4,2% e 4,5%. Più contenuta la flessione dei robusta (-2,4%), che si mantengono comunque al di sopra della soglia del dollaro per libbra. Ice e Liffe arretrano rispettivamente del 4,7% e del 2,4%.

Si restringe (-11,2%) la forbice tra altri dolci e colombiani dolci, allo stesso modo dell’arbitraggio New York-Londra, comunque doppio rispetto all’anno scorso.

Ma a colpire è soprattutto l’estrema volatilità dei prezzi. L’indice a 30 giorni si è attestato, anche a maggio, nettamente al di sopra del 10% presentando, per il quarto mese consecutivo, un valore in doppia cifra: una situazione, questa, che non si verificava da quasi vent’anni.

Il nervosismo dei mercati è dettato, in primo luogo, dalle notizie contrastanti che arrivano dal Brasile. Nelle ultime settimane si è fatta strada l’idea che i danni subiti dalle colture di arabica possano essere meno gravi rispetto a quanto inizialmente temuto, da cui il parziale allentamento dei prezzi. Al di là delle stime, il raccolto 2014/15 segnerà comunque la seconda flessione consecutiva, in un anno che avrebbe dovuto essere normalmente di alta produzione. E le conseguenze della siccità potrebbero farsi sentire anche più avanti, riducendo il potenziale produttivo del raccolto 2015/16.

Intanto, il raccolto mondiale 2013/14 si conferma il più abbondante di sempre. L’Ico lo stima in 145,717 milioni di sacchi. La tabella sottostante ci consente di apprezzare il dato senza precedenti del Vietnam, la forte ripresa produttiva della Colombia e la buona annata dell’Indonesia, nonostante la parziale flessione seguita alla campagna record 2012/13.

Ico produzione mondiale maggio

Per le cifre dell’export vi rimandiamo alla nostra analisi di inizio mese. Va ribadito che, nonostante la ripresa registrata ad aprile, le esportazioni mondiali nei primi 7 mesi dell’annata caffearia corrente risultano tuttora inferiori del 3,9% a quelle del 2012/13. Più pronunciato il calo dei robusta (-7,9%), mentre la flessione degli arabica è minima (-0,6%), grazie al forte incremento registrato dall’export di colombiani dolci, che ha compensato quasi completamente i minori imbarchi di brasiliani naturali (-2,2%) e altri dolci (-10%).

È importante sottolineare, infine, il forte reintegro delle scorte certificate Liffe, che risalgono a 850.000 sacchi dai minimi storici (270.000) di marzo. Gli stock di New York sono marginalmente in calo a 2,87 milioni di sacchi.

Raramente abbiamo visto un mercato così fortemente influenzato dalla speculazione, si osserva in conclusione del rapporto. L’incertezza sui danni subiti dal raccolto brasiliano in corso durerà ancora per almeno un mese e con essa anche l’anomala volatilità attuale, con tutte le implicazione negative che ciò comporta sia per i produttori che per i consumatori.

Sempre per quanto riguarda il Brasile, nonostante le recenti dichiarazioni del ministro dell’agricoltura Neri Geller, l’Ico non modifica la propria stima sul raccolto 2014/15 e continuerà ad attenersi, sino a nuove informazioni, al dato ufficiale di 44,57 milioni di sacchi indicato, il mese scorso, da Conab.

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