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venerdì 22 Novembre 2024
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Tirreno C.T.: chiusi oltre 22 mila locali causa Covid

Paolo Caldana, patron della manifestazione: "Un segnale di una ripartenza che finalmente, lo dicono i dati, può confortare il settore dell’ospitalità che tanto ha sofferto in questi due anni. I tanti espositori che anche quest’anno hanno dato fiducia alla manifestazione confermano la voglia di investire e di migliorare la propria struttura".

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MASSA CARRARA – Tirreno C.T. e Balnearia si è aperta all’insegna di un dato negativo. Si perché sono oltre 22 mila (tra bar e ristoranti), secondo i dati dell’Ufficio studi della Fipe, i locali che dal 2020 hanno chiuso, soprattutto a causa della pandemia. A fronte di 9 mila aperture il saldo in negativo è -13mila strutture in Italia. Un conto salato, quello che il mondo dell’ospitalità ha pagato a causa del Covid-19, che tuttavia adesso vede uno spiraglio.

L’inizio della 42esima edizione di Tirreno C.T.

È partita con questo dato la 42esima edizione di Tirreno C.T., insieme a Balnearia, in corso a Carrara Fiere fino al 7 marzo e di nuovo operativa dopo lo stop della pandemia. Nei padiglioni il meglio dell’ospitalità italiana, dal ristorante all’albergo, dal bar agli stabilimenti balneari.

“Un segnale di una ripartenza che finalmente, lo dicono i dati, può confortare il settore dell’ospitalità che tanto ha sofferto in questi due anni – spiega Paolo Caldana, patron della manifestazione – i tanti espositori che anche quest’anno hanno dato fiducia alla manifestazione confermano la voglia di investire e di migliorare la propria struttura”.

I numeri del settore

Secondo i dati della Fipe, il primo trimestre 2021 lo scenario di mercato, nella visione delle imprese, resta negativo. Il confronto con le valutazioni rilevate in occasione del primo trimestre 2020, già di per sé negative perché segnate dall’inizio del lockdown, indica un significativo peggioramento. Il saldo tra valutazioni positive e valutazioni negative sulla dinamica del fatturato dell’intero settore segna -68,3% in peggioramento di 13 punti rispetto ad un anno fa.

Ancor più negativo, il saldo sulle performance delle singole imprese (- 88,2%). L’input di lavoro, misurato in unità di lavoro standard, del settore dei pubblici esercizi contava fino al 2019 oltre un milione e duecentomila unità, nel 2020 sono scese a 850 mila, Un dato significativamente inferiore a quello registrato durante la crisi del 2008-2009. A partire dal 2013 e fino al 2019 la crescita è stata progressiva con un +20% nel complesso del periodo, la variazione percentuale tra il 2020 e il 2019 è stata di – 29,6%.

La pandemia ha colpito duramente il settore della ristorazione: il 2020 ha visto una flessione del 37% del fatturato di bar e ristoranti rispetto al 2019. Per far fronte a questo periodo di crisi, gli attori della filiera hanno attivato diverse leve. Le azioni principali hanno riguardato una maggiore efficienza di costi (23% degli intervistati), supporto ai distributori (18%) e ai punti vendita (18%) da parte dell’industria.

Le spiagge salvate dal turismo locale e nazionale

Nel 2021 c’è stata una ripresa del turismo italiano in generale e di quello balneare in particolare. La crescita sul 2020 è del +21%, con l’arrivo di oltre 33 milioni di turisti per 140 milioni di pernottamenti. Le località balneari e montane, che nell’estate 2020 avevano registrato un discreto recupero dei mercati, hanno registrato valori di crescita più contenuti, rispettivamente +19% e +13,1%.

Nei mesi di giugno, luglio e agosto nelle località marine le presenze degli italiani sono stimate al +18,8% e quelle degli stranieri al +20%, per un aumento medio del +19%. (Fonte: Consuntivo-turismo-estate-2021_Assoturismo-Confesercenti).

Infatti il 64% delle destinazioni scelte come luoghi per le vacanze sono mete balneari. Pochi i turisti stranieri, causa, ancora una volta, della pandemia, anche se si sono registrati flussi tedeschi sulle spiagge di Veneto e Friuli. Nel 2021, secondo i risultati dell’Osservatorio mensile di Confturismo-Confcommercio, 6 italiani su 10 preferiscono il mare e scelgono agosto per le vacanze e ancora una volta la Toscana si conferma tra le prime regioni italiane per flussi turistici balneari insieme alla Puglia e alla Sicilia.

Crescita del turismo in Italia per le donne

Interessante sottolineare che nell’estate 2021, in base alle indagini realizzate da ISNART, c’è stata una crescita del turismo delle donne. Nell’attuale contesto pandemico, il 23% delle donne, italiane e straniere, hanno orientato la loro scelta verso l’Italia, anche grazie alla sicurezza Covid percepita riguardo il nostro Paese. Inoltre, il 56% delle donne intervistate ha dichiarato di essere state influenzate direttamente dalle misure di sicurezza Covid nella scelta del soggiorno. Quindi l’Italia è stata percepita come meta sicura dove trascorrere le vacanze.

Le concessioni demaniali marittime

CNA Balneari, Assobalneari Confidustria e Base balneare con Donnedamare hanno dato vita ad una partecipatissima assemblea sull’annoso problema delle concessioni demaniali marittime, da anni in attesa di conferme sul loro futuro.

Nel corso del dibattito sono state evidenziate le criticità e le possibili soluzioni per dare certezze alle 30.000 concessioni, che pur in queste non favorevoli condizioni determinate dal Covid, sono state comunque in grado di rispondere positivamente alle aspettative della clientela, permettendo anche all’indotto turistico di contenere i gravi danni economici e sociali indotti dalla pandemia.

 

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