MILANO – A New York si trova un po’ del bar all’italiana, nel Caffè Dante. La sua storia è lunga e affascinante: è stato fondato nel 1915 da immigrati italiani e preso in gestione da Mario Flotta dal 1971. Il Caffè Dante ha da sempre attratto molti clienti per la sua semplicità. Tra i suoi più famosi visitatori ci sono Al Pacino e Alec Baldwin. Riportiamo qui di seguito la storia del leggendario Caffè Dante nell’articolo di Tiziano Conti per il portale leggilanotizia.it.
Il Caffè Dante: un nome una poesia
Nel 2015, a New York, un uomo di ottant’anni, minuto nel corpo ma sovrumano nella forza d’animo ed enorme nell’orgoglio, respinse la ricca proposta di acquisto da parte di un broker che rappresentava la Magnolia Bakery, una catena di ristoranti che propone dolci della tradizione americana, prodotti in serie.
Si chiamava Mario Flotta, un italiano purosangue che sin dal lontano 1971 gestiva il leggendario Caffè Dante, al 79 di MacDougal Street, nel South Village, nel dedalo delle strade un tempo più italiane della Grande Mela.
Era stato fondato sempre da immigrati italiani nel 1915 e, in breve tempo, era diventato il locale più importante e gettonato della città, per gustare le specialità del Belpaese, dal gelato agli aperitivi, passando ovviamente per tutti i prodotti di caffetteria.
Per dire, a due passi dal Caffè Dante c’è Minetta Tavern, omaggiato da Woody Allen nei film “Un giorno di pioggia a New York” e “Rifkin’s festival“, e il Cafè Wha?, dove Bob Dylan mosse i suoi primi passi.
La lotta di Mario Flotta per il suo bar
Mario Flotta per quarantaquattro anni rimase dietro al bancone in legno del Caffè Dante, sotto il tetto di un locale dove ogni elemento d’arredo è vintage, dove ogni singolo centimetro quadrato racconta qualcosa. Frequentato inizialmente da soli italiani, dal 1915 in poi seppe guadagnare consensi e clientela anno dopo anno, diventando a tutti gli effetti il ritrovo degli artisti.
I suoi clienti più recenti: Al Pacino, che spessissimo veniva avvistato qui, ad assaporare uno dei cappuccini del signor Mario, Patti Smith, che prende il caffè lungo e senza schiuma, Colin Farrell corretto, John Turturro senza zucchero, Alec Baldwin decaffeinato.
Mario, innamorato del suo lavoro, per tutti aveva una parola, per tutti un aneddoto, un sorriso, una cortesia, un’attenzione particolare.
Poi, nel 2015, nonostante la buona volontà dei figli, anche il signor Flotta si trovò a dover fare i conti con la crisi, perchè non bastavano più la storia e la qualità per poter andare avanti.
Il rifiuto dell’offerta di Magnolia Bakery
Mario scacciò l’offerta di Magnolia Bakery e si rimise con fiducia ad aspettare il proprio turno, fino alla volta buona. Alla sua porta bussarono due ragazzi australiani, pieni d’idee e di belle speranze. Da allora il Caffè Dante continua a vivere e a offrire qualità ed emozioni grazie a Linden Pride e Nathalie Hudson, che hanno portato innovazione, ma pur sempre nel rispetto del glorioso passato di questo locale. Talmente glorioso e altrettanto innovativo che, nel 2019, il Caffè Dante è stato premiato come il miglior cocktail bar del mondo.
E Linden e Nathalie che cosa hanno fatto per ringraziare la città durante la pandemia, mentre moltissimi altri locali erano costretti a chiudere e purtroppo non hanno riaperto più? Linden e Nathalie si sono rimboccati le maniche e hanno donato quattromila pasti, per aiutare il personale in difficoltà degli ospedali di New York. Come dire che sono australiani, ma l’italianità è entrata loro nel sangue, a furia di stare dentro a queste mura.