MILANO – Prezzi in picchiata a novembre. Secondo le statistiche del Monthly Coffee Market Report, diffuso nel primo pomeriggio di ieri, la media dell’indicatore Ico ha subito, il mese scorso, un arretramento del 7,3% precipitando a 136,35 centesimi per libbra.
Si tratta del valore più basso da maggio 2010, ossia dal mese che precedette l’inizio del possente ciclo rialzista, che ha portato l’indicatore al massimo ultra trentennale di 231,24 centesimi nell’aprile 2011.
In calo generalizzato tutte le voci. Colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali sono in flessione rispettivamente del 6,2%, del 7,7% e dell’8%.
La variazione negativa più contenuta è quella dei robusta (-6,5%), mentre New York e Londra perdono nell’ordine l’8,6% e il 7,7%.
Il valore dell’indicatore composto risulta inferiore del 29,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e del 35,2% rispetto alla media dell’intero 2011.
È interessante osservare come l’indicatore dei robusta risulti invece pressoché invariato rispetto a 12 mesi prima (+0,4%) e quello del Liffe si sia addirittura marginalmente apprezzato.
E il dato più indicativo è proprio quello del differenziale New York-Londra (media della seconda e terza posizione), che nel giro di 12 mesi passa da 149,47 a 68,40 centesimi, risultando più che dimezzato (-54,24%).
Al di là del consueto corredo di numeri e statistiche sull’andamento di prezzi e differenziali, il dato saliente del mese è costituito dalla prima previsione dettagliata sulla produzione mondiale nell’annata caffearia 2012/13, che viene stimata in poco meno di 146 milioni di sacchi.
Si tratta – è bene premetterlo – di una stima preliminare, che subirà inevitabili aggiustamenti e correzioni, anche consistenti, nei mesi a venire, mano a mano che l’andamento delle campagne caffearie dei singoli paesi si delineerà più chiaramente.
A titolo di raffronto possiamo ricordare, ad esempio, che l’attuale stima (sostanzialmente definitiva) sulla produzione mondiale 2011/12 è superiore di circa 6 milioni di sacchi a quella preliminare che venne fatta nel dicembre del 2011.
Ma andiamo ad analizzare brevemente le previsioni del report.
La produzione mondiale è stimata provvisoriamente nel volume record di 145,964 milioni di sacchi: circa 11,3 milioni di sacchi in più (+8,4%) rispetto alla produzione dell’annata precedente, a sua volta senza precedenti, di 134,621 milioni di sacchi.
Sul risultato incide, in primo luogo, l’abbondantissimo raccolto brasiliano, ma incrementi produttivi si riscontrano, in realtà, un po’ in tutte le regioni geografiche.
A cominciare dall’Africa, dove la produzione risale a 16,785 milioni di sacchi (+13,4%). L’unico paese destinato a subire una parziale battuta d’arresto è la Costa d’Avorio, reduce comunque da un’annata 2011/12 in forte ripresa (quasi un milione di sacchi in più rispetto al 2010/11).
Per quanto riguarda tutti gli altri principali produttori, le variazioni sono precedute dal segno più. Etiopia e Uganda vedranno crescere i loro raccolti rispettivamente a 6,6 e 3 milioni di sacchi. Incrementi spettacolari sono attesi in Tanzania (+71,7%) e Camerun (+53,1%).
In Asia & Oceania si prevede un raccolto in crescita del 3,6% cui dovrebbe contribuire, in primis, una robusta ripresa produttiva in Indonesia e il consolidarsi del trend di crescita dell’India.
Il raccolto del Vietnam, ancorché in consistente flessione (-8,6%), sarà comunque il secondo più abbondante di sempre.
Messico & America centrale supereranno la soglia dei 20 milioni di sacchi, con una produzione in crescita in quasi tutti i paesi. Faranno eccezione l’Honduras – in calo (-9,6%) rispetto al raccolto record dell’anno scorso, ma pur sempre nettamente al di sopra delle medie storiche– e il Nicaragua.
Il raccolto brasiliano, ma anche la parziale ripresa produttiva prevista in Colombia, faranno volare la produzione del sud America a 66,41 milioni di sacchi (+12,8%).
Unica nota negativa, il trascurabile calo produttivo dell’Ecuador e quello, più consistente, del Perù, in fisiologica flessione dopo il raccolto record dell’annata trascorsa.
Tirando le somme possiamo trarre questi prime indicazioni.
Dopo il calo registrato nel 2011/12, la produzione mondiale di arabica tornerà a crescere sfiorando i 90 milioni di sacchi (+10,6%).
La produzione di robusta crescerà per il secondo anno consecutivo attestandosi attorno ai 56 milioni di sacchi (+5,1%).
Colombiani dolci, brasiliani naturali e robusta segneranno consistenti incrementi produttivi, mentre la produzione degli altri dolci resterà sostanzialmente invariata sull’anno precedente.
In termini percentuali si incrementerà la share di brasiliani naturali e colombiani dolci, mentre si ridurrà il contributo degli altri dolci e dei robusta.
Dati Fedecafé Rimane da vedere comunque se la ripresa produttiva della Colombia sarà all’altezza delle aspettative. I dati mensili di Fedecafé, diffusi nella giornata di ieri, non sono del tutto incoraggianti.
La produzione ha subito infatti a novembre un calo del 9% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso fermandosi a 770mila sacchi.
L’export è in flessione del 5% a 733.000 sacchi.
Produzione ed export dall’inizio dell’anno solare continuano a essere inferiori a quelli del 2011.
Nel periodo gennaio-novembre 2012, infatti, la produzione è stata pari ad appena 6.840.000 (-3%) e le esportazioni a 6.378.000 (-7%).
Sui dati di novembre – sottolinea la Federazione – ha inciso la decisione dei produttori di procrastinare le vendite in attesa di un aumento del prezzo interno e dei sussidi, che sono stati triplicati a fine mese dal governo.
Nei primi 11 mesi dell’anno sono stati rinnovati ulteriori 110mila ettari circa di piantagioni, in massima parte con varietà resistenti alla ruggine del caffè. “Con tali risultati – afferma ancora Fedecafé – il 2012 si conferma come l’anno in cui si è consolidata la trasformazione della struttura produttiva della caffeicoltura colombiana”.
Export in crescita
Torniamo al report Ico, per ricordare che l’export mondiale è stato a ottobre di 8,9 milioni di sacchi (+17,3%), per un totale, dall’inizio dell’anno, di 92,2 milioni di sacchi.
Ciò costituisce un incremento del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2011 cui hanno contribuito soprattutto le esportazioni di robusta. In particolare quelle del Vietnam, che hanno segnato un impennata dal 46,2%.
Divergenti i trend segnati dalle scorte certificate di Ice e Liffe: le prime sono ai massimi da marzo 2010; le seconde ai minimi degli ultimi 5 anni.
Le scorte totali dei paesi importatori sono stimate, a settembre 2012, in calo di quali 2 milioni e mezzo rispetto allo stesso mese del 2011.
Concludiamo ricordando che Conab pubblicherà il 20 dicembre la quarta stima (presumibilmente definitiva) sul raccolto 2012/13, che non dovrebbe discostarsi di molto dalla precedente.
Nella stessa occasione – secondo quanto riferito dai media brasiliani – potrebbe essere diffusa anche una prima proiezione sul raccolto 2013/14.
È attesa invece per venerdì la pubblicazione della seconda circolare Usda sui mercati e il commercio del caffè, con le stime ufficiali del ministero americano.
Per leggere subito l’originale con tutte le tabelle
http://www.comunicaffe.com/files/coffee_market_report_november_2012.pdf